Italia a rischio ‘digital divide’

A segnalare che il paese rappresenta il fanalino di coda in Europa in termini di accesso a internet, sia tradizionale che in banda larga, e’ l’indagine dell’Istat relativa al consumo dei beni tecnologici per il 2008. Secondo la comparazione con gli altri paesi europei l’Italia e’ al quartultimo posto, seguita solo da Grecia, Romania e Bulgaria. Considerando la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa, l’Italia dunque risulta quartultima con un tasso di penetrazione del 42% rispetto alla media europea del 60%. Vicini all’Italia troviamo paesi come Cipro (43%), mentre Olanda, Svezia e Danimarca registrano un tasso di penetrazione quasi doppio.

Un altro indicatore importante per misurare il digital divide è dato dalle famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa mediante banda larga: anche n questo caso l’Italia si colloca solo al ventesimo posto con un tasso di penetrazione del 31% rispetto alla media europea del 48%. Valori simili a quelli italiani si riscontrano per la Grecia (22%), la Bulgaria (21%) e la Romania (13%) mentre Olanda, Danimarca e Svezia registrano un tasso di penetrazione piu’ che doppio.

Rispetto al 2007 si evidenzia un incremento dell’accesso ad Internet per tutti i paesi europei ad eccezione dell’Italia che passa dal 43% al 42%. I paesi che hanno investito maggiormente sull’accesso ad Internet mediante banda larga sono stati la Grecia e la Romania, dove si evidenziano incrementi relativi rispettivamente del 70% e del 40%, mentre in Italia si registra un incremento relativo del 19%.

YouImpact, la rete per l’ambiente

E’ nata la versione ecologista di YouTube. Il suo nome è YouImpact.
E’ stata lanciata in questi giorni dalla società LifeGate.
L’obiettivo è creare una piattaforma di sharing, di condivisione di video, per diffondere la cultura dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.

Per dare subito un segnale, LifeGate si impegna a creare 1 mq di nuove foreste in Costa Rica per ogni contributo inserito nella piattaforma YouImpact.

Inoltre, i contenuti più votati verranno premiati ogni settimana con un “bonus foresta”, per un ammontare complessivo di 202.020 mq di foresta all’anno. Una cifra non causale: si richiama infatti all’obiettivo 20-20-20 – ridurre del 20% le emissioni di CO2, aumentare del 20% l’energia prodotta da fonti rinnovabili e aumentare del 20% l’efficienza energetica – fissato dall’Unione europea per affrontare il cambiamento climatico.

C’è anche un concorso, “The green effect”: fino al 22 aprile, gli utenti potranno partecipare postando materiale audio, video e immagini che mostrano come la tecnologia possa integrarsi con la vita quotidiana per ridurne l’impatto ambientale. La community stessa decreterà i vincitori, votando i video entro il 22 maggio. I 9 contributi migliori riceveranno un bonus metri quadrati di foresta in Costa Rica.

Internet: allarme Icann, entro due anni esauriti gli indirizzi web

Internet sta arrivando velocemente a un punto di saturazione: entro due anni gli indirizzi web saranno in via di esaurimento e sara’ necessaria un drastica svolta nell’architettura della rete”.

Per Roberto Gaetano, membro del consiglio direttivo dell’Icann (Internet corporation for assigned names and numbers, l’organismo che gestisce gli indirizzi e i domini Internet), il conto alla rovescia e’ gia’ iniziato.

“Il protocollo Ipv4, quello che per piu’ di 25 anni ha supportato la crescita di Internet, e’ ormai prossimo al limite dei 4 miliardi di terminali indirizzabili – ha specificato Gaetano, intervenendo oggi al convegno “Internet del futuro: evoluzione della piattaforma tecnologica”, organizzato a Roma dalla Fondazione Bordoni -. Sara’ quindi necessario migrare al protocollo Ipv6 (un protocollo che può gestire un maggior numero di indirizzi) per aumentare lo spazio di indirizzamento, connettere alla rete innumerevoli dispositivi e sensori e garantire la piena accessibilita’ di ogni terminale da parte di ogni applicazione”. Gaetano non nasconde una certa preoccupazione per il ritardo che si sta accumulando.”Gli Internet service provider e gli altri attori della rete stanno rallentando le operazioni di migrazione perche’ non intravedono interessi economici nel passaggio da vecchio al nuovo protocollo”, ha concluso.

Google scopre Atlantide. Per poche ore…

Segnatevi questi estremi: 31 15’15.53 Nord, 24 15’30.53 Ovest. In questo punto, a 1000 km dalla costa del Marocco o del Portogallo, sui fondali dell’Oceano Atlantico, potrebbero esserci i resti di Atlantide,a la città descritta da Platone e inghiottita dai mari “in un solo giorno e notte di disgrazia”.
Dopo aver visto l’insolito reticolo ‘portato alla luce’ da Google Ocean, un ingegnere aeronautico britannico, Bernie Banford, non ha avuto dubbi: si tratta di un fondale anomalo, sono i resti di Atlantide, finalmente. Strade, incroci, lungo i quali sorgevano edifici della città fantasma. “Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d’Ercole, c’era un’isola – scrive Paltone – E quest’isola era più grande della Libia e dell’Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori, essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve”. Una telefonata dell’ingegnere al tabloid The Sun, che non ha perso l’occasione, e la notizia è diventata di dominio pubblico.

Poche ore dopo, però, è stata la stessa Google a raffreddare gli entusiasmi: quella rete di crocicchi che viene visualizzata negli abissi è frutto delle onde sonar lasciate dalle navi che scansionano il fondale.Peccato, ma gli archeogoogle restano lì, a caccia sugli schermi di Earth e Ocean: il motore di ricerca ha già consentito il ritrovamento dei resti di un’antica villa Romana e di un’intera foresta in Mozambico, popolata da specie ritenute estinte o mai viste. Certo, Atlantide resta un’altra cosa. E allora, guardate anche voi: 31 15’15.53N, 24 15’30.53W.

Marcia indietro di Facebook sulla licenza a vita dei contenuti degli utenti

Facebook non ha più una licenza a vita sui contenuti degli utenti. Dopo il putiferio scatenato da internauti e associazioni per la tutela della privacy, l’azienda ha fatto marcia indietro sulle nuove condizioni d’uso del social network. Ad annunciare il ripensamento è lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore e ad di Facebook, che oggi dal suo blog spiega le ragioni della nuova decisione.

“Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto numerosi commenti in merito ai nuovi termini d’utilizzo e a ciò che comportano per gli utenti e le loro informazioni. A causa del tipo di feedback ricevuto, abbiamo quindi deciso di tornare alle nostre precedenti condizioni d’uso, mentre risolviamo le questioni che sono state sollevate dalla gente”.

Ieri notte Zuckerberg aveva tentato invano di sedare gli animi sottolineando che la novità introdotta aveva un unico scopo, piuttosto ovvio: spiegare che i contenuti disseminati nella rete sociale, ad esempio i messaggi inviati ad altri utenti, sarebbero inevitabilmente rimasti nelle caselle dei riceventi anche dopo l’uscita del mittente dal social network.