Internet: allarme Icann, entro due anni esauriti gli indirizzi web

Internet sta arrivando velocemente a un punto di saturazione: entro due anni gli indirizzi web saranno in via di esaurimento e sara’ necessaria un drastica svolta nell’architettura della rete”.

Per Roberto Gaetano, membro del consiglio direttivo dell’Icann (Internet corporation for assigned names and numbers, l’organismo che gestisce gli indirizzi e i domini Internet), il conto alla rovescia e’ gia’ iniziato.

“Il protocollo Ipv4, quello che per piu’ di 25 anni ha supportato la crescita di Internet, e’ ormai prossimo al limite dei 4 miliardi di terminali indirizzabili – ha specificato Gaetano, intervenendo oggi al convegno “Internet del futuro: evoluzione della piattaforma tecnologica”, organizzato a Roma dalla Fondazione Bordoni -. Sara’ quindi necessario migrare al protocollo Ipv6 (un protocollo che può gestire un maggior numero di indirizzi) per aumentare lo spazio di indirizzamento, connettere alla rete innumerevoli dispositivi e sensori e garantire la piena accessibilita’ di ogni terminale da parte di ogni applicazione”. Gaetano non nasconde una certa preoccupazione per il ritardo che si sta accumulando.”Gli Internet service provider e gli altri attori della rete stanno rallentando le operazioni di migrazione perche’ non intravedono interessi economici nel passaggio da vecchio al nuovo protocollo”, ha concluso.

Google scopre Atlantide. Per poche ore…

Segnatevi questi estremi: 31 15’15.53 Nord, 24 15’30.53 Ovest. In questo punto, a 1000 km dalla costa del Marocco o del Portogallo, sui fondali dell’Oceano Atlantico, potrebbero esserci i resti di Atlantide,a la città descritta da Platone e inghiottita dai mari “in un solo giorno e notte di disgrazia”.
Dopo aver visto l’insolito reticolo ‘portato alla luce’ da Google Ocean, un ingegnere aeronautico britannico, Bernie Banford, non ha avuto dubbi: si tratta di un fondale anomalo, sono i resti di Atlantide, finalmente. Strade, incroci, lungo i quali sorgevano edifici della città fantasma. “Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d’Ercole, c’era un’isola – scrive Paltone – E quest’isola era più grande della Libia e dell’Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori, essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve”. Una telefonata dell’ingegnere al tabloid The Sun, che non ha perso l’occasione, e la notizia è diventata di dominio pubblico.

Poche ore dopo, però, è stata la stessa Google a raffreddare gli entusiasmi: quella rete di crocicchi che viene visualizzata negli abissi è frutto delle onde sonar lasciate dalle navi che scansionano il fondale.Peccato, ma gli archeogoogle restano lì, a caccia sugli schermi di Earth e Ocean: il motore di ricerca ha già consentito il ritrovamento dei resti di un’antica villa Romana e di un’intera foresta in Mozambico, popolata da specie ritenute estinte o mai viste. Certo, Atlantide resta un’altra cosa. E allora, guardate anche voi: 31 15’15.53N, 24 15’30.53W.