Uomo dei sogni o delle bufale?

Le stranezze della Rete: la stampa ‘tradizionale’ riporta la notizia dell’uomo, sempre lo stesso, che appare nei sogni (o incubi?) di migliaia di persone in tutto il mondo. Ma i blog svelano la possibile verità: una bufala costruita ad arte per scopi pubblicitari, della quale dovremmo esserne fieri: è totalmente ‘made in Italy’.

“L’uomo dei sogni” da tre anni è protagonista del mondo onirico di circa duemila persone sparse in tutto il mondo. Tutto sarebbe iniziato nel 2006, quando sul quotidiano tedesco “Bild”, apparve un articolo che riportava uno strano caso. Una donna residente a New York aveva rivelato al suo psichiatra di essere rimasta turbata da un ricorrente sogno in cui lo stesso uomo le dava consigli sulla sua vita. Ne ha disegnato un primitivo identikit che, visto da altri pazienti, è stato riconosciuto come personaggio ricorrente anche nei loro sogni.

Un fenomeno che ha suscitato curiosità ed interesse anche in Rete tanto che, per accogliere tutte le notizie ed ipotesi sul misterioso “uomo dei sogni”, nel gennaio del 2008 è nato un sito a lui dedicato: thisman.org.

 

Acqua…
Studio Aperto e TgCom gli hanno dedicato servizi. La Stampa ha pubblicato un articolo, dal titolo ‘Il mistero dell’uomo dei sogni’, che chiama in causa Freud:  ‘Chi sostiene di aver sognato l’uomo lo ha fatto nei modi più diversi: alcuni l’hanno immaginato vestito da Babbo Natale, altri l’hanno identificato come figura paterna e altri ancora come amante. Da Los Angeles a Roma, tutti cercano l'”uomo dei sogni” perchè secondo Freud “tutto il materiale che costituisce il contenuto di un sogno è in qualche modo derivato dall’esperienza, cioè è stato riprodotto o ricordato nel sonno: questo almeno può essere considerato un fatto indiscusso”. La caccia è aperta. Sogni d’oro e buona ricerca’.

Il sito Cronacaqui chiede: ‘L’avete mai visto? Scrivete a reporter@cronacaqui.it’ e titola: ‘Thisman, l’uomo del subconscio collettivo che si intrufola nei sogni’ .

 

Fuochino…
Il blog Blitzquotidiano indaga più a fondo sull’uomo misterioso e domanda:  ‘Che sia davvero una persona in grado di navigare per i sogni altrui, come scrive thisman.org? Oppure si tratta di una trovata commerciale? L’unica cosa certa è che quel sito è stato registrato nel gennaio del 2008 dall’italiano Andrea Natella, specializzato in guerrilla-marketing, ovvero in tecniche e mezzi alternativi alla pubblicità tradizionale’.

 

Fuoco…
Il blog Liquida, con il titolo ‘Faccia di tarocco’ invita a fare di più e scovare in proprio i contenuti affidabili: ‘Se un sito puzza di bufala, basta recarsi su Whois.org o su Whois.domaintools.com e digitarne l’indirizzo per conoscere chi lo ha registrato. Ecco il risultato: Registrant Search: “Andrea Natella” owns about 5 other domains’.

Infine, il Blog ‘Il disinformatico’ di Paolo Attivissimo, che si definisce ‘giornalista informatico e cacciatore di bufale’ , mette la parola fine all’Uomo dei Sogni globalizzati:  ‘E in effetti su Bild.de si trova un articolo che riporta questa storia, ma si tratta di una testata che riporta altre notizie di dubbio spessore come “ibrido metà uomo metà capra nato in Africa?” e “Il fratello di un bambino alieno vive fra noi?” e soprattutto non fornisce altri dettagli verificabili’.

Andrea Natella è noto nell’ambiente della comunicazione come il creatore del Guerrilla-marketing, che così recita: “Come nella guerriglia, anche nel ‘guerrilla-marketing’ ogni intervento sul piano militare deve sempre prevedere, oltre a una efficacia immediata, anche una propria efficienza in termini di risonanza ‘folklorica’ dell’azione. Ogni azione sul territorio deve potersi trasformare in un incidente memorabile che può essere faclmente raccontato e diventare notiziabile per i media. Allo stesso modo, ogni evento online, oltre a incuriosire deve contenere un invito implicito alla viralizzazione, un ‘reward’ in termini di gratificazione sociale, in grado di incentivare all’azione i potenziali ‘untori’ “.

A meno che non si tratti di un caso di omonimia, sono stati i bloggers a svelare il mistero su Thisman, la creatura dei sogni, e Natella, il suo creatore.

 (c.g.)

Internet, uno splendido quarantenne

Ce lo immaginavamo così internet, quarant’anni fa. Era il 1969. Pensavamo che da casa avremmo potuto fare acquisti senza muoverci dalla scrivania. Nello stesso momento in cui – era il 29 ottobre del 1969 – da uno stanzino dell’università della California di Los Angeles partì il primo messaggio sulla rete arpanet, l’antenata di quello che poi prenderà il nome di internet.

Continua a leggere

La vita a impatto zero

Huffington Post, uno dei blog più seguiti d’America, ha lanciato la sfida: vivere per una settimana rinunciando alle comodità per diminuire l’impatto ambientale.

L’idea è nata dall’esperienza del blogger americano Colin Beavan che, dal 2007, con moglie, figlia e cane ha deciso di ridurre al minimo i suoi consumi per un anno a New York, limitando l’uso di corrente elettrica, ascensori, aria condizionata e anche carta igienica. I risultati sono stati riportati nel libro “No Impact Man”, che a breve sarà un film.

A grandi numeri, l’impatto ambientale di una famiglia di quattro persone che vive in una grande città è così composto: 6kg di rifiuti prodotti, che diventano oltre 2 tonnellate in un anno, 550 litri d’acqua e dai 10 ai 15kW/h di energia. I single consumano oltre il 60% in più rispetto a un componente di una famiglia media.

L’HuffPost ha deciso quindi di far partire, dallo scorso 18 ottobre, una settimana “no impact” invitando i lettori a provarci. Dopo aver risposto ad alcune domande sul proprio stile di vita, si scarica un manuale dal sito internet – da non stampare.

La sfida è giornaliera, fatta di 5 tappe e correlata a “Change Yourself”, una pagina di idee e risorse a sostegno dell’impresa, da condividere alla fine di ogni giornata sul blog con gli altri partecipanti. Al termine della settimana si diventa un “ambasciatore dell’impatto zero”.

 

Cinque tappe in sette giorni
“Consumi, rifiuti, trasporti e piano d’azione, cibo, energia, acqua, restituzione, eco-sabbath” sono i capitoli elencati nella guida, con l’obiettivo di raggiungerli in cinque tappe. 

Prima tappa – limitare i propri acquisti per evitare di produrre spazzatura e inquinamento. La prima cosa da fare è quindi quella di compilare una lista delle cose da comprare per la settimana limitandole all’essenziale, rimandando alcune spese, prendendo in prestito, procurandosi prodotti di seconda mano o producendoli da soli.

Seconda tappa – alla scoperta di come la vita può migliorare sprecando di meno: conservare tutti i rifiuti, portandosi dietro un sacchetto per tutto il giorno per capire cosa consumiamo e buttiamo via in maggiore quantità e imparare invece a ridurre, riusare e riciclare.

Terza tappa – tra le regole, rendere gli spostamenti più sostenibili, “bruciando calorie e non combustibili fossili”; ridurre a 100km la distanza massima della provenienza degli alimenti.

Quarta tappa – il divieto di utilizzare gli elettrodomestici ma “sostituire i chilowatt con l’ingegno”.

Quinta tappa – bisognerà aver eliminato ogni tipo di consumo, persino la carta igenica. Malgrado le scelte radicali, l’esperimento del blog americano vuole indurre un cambiamento lento e graduale che incida in maniera positiva sull’ambiente, sulle spese e sulla qualità della vita.

(c.g.)

Pubblicità online, il colore dei soldi

Grande successo per l’advertising online e video in Gran Bretagna, regge il mercato pubblicitario sul web negli Stati Uniti.

La domanda  di pubblicità online tra le aziende britanniche è quadruplicata rispetto al 2008 e sempre più piattaforme manifestano interesse per questa forma di business. Negli Usa l’advertising sul web è in leggero calo, ma neanche lontanamente paragonabile a quello del comparto tradizionale. E tira molto bene la pubblicità sui social network.

Sono state 20 le campagne video richieste ad ottobre da famose firme mediatiche in Gran Bretagna, cifra di tutto rispetto se paragonata a quella dello stesso mese del 2008, quando gli ordini furono solo cinque.

Continua a leggere

Twitter e le celebrità banali

Non attira i giovani e privilegia i rapporti triviali: questa, in sintesi, l’analisi del fenomeno Twitter. I personaggi più popolari nel sito di microblogging lo sono perché sembrano “autentici”.

Molti attori, star della tv e della musica pop hanno una popolarità su Twitter molto superiore a quella del ‘mondo reale’.  Altri, famosissimi, non hanno un numero così rilevante di ‘followers’.

Tutto dipende dalla capacità di ciascuno di loro di stabilire legami personali, è il responso gli esperti. L’attore Ashton Kutchner è al numero uno della classifica dei più popolari, con più di tre milioni di fans su Twitter. LeVar Burton, della serie tv “Star Trek”, è più noto della cantante pop Lady Gaga.

Continua a leggere