Per Nicholas Negroponte, internet dovrebbe essere gratis per tutti, ogni bambino dovrebbe avere il suo portatile. E, sui pericoli della Rete: “Il lato oscuro di internet è non averlo”
“Dare un laptop ad ogni bambino afghano costerebbe 1 miliardo di dollari. Vale a dire quanto tre giorni di guerra in Afghanistan”.
Per Nicholas Negroponte, a Roma per la conferenza “Dove ci porta il web?” nell’ambito del Festival delle Scienze, il futuro della Rete sono proprio i bambini, per i quali promuove da quasi vent’anni l’iniziativa no-profit “One laptop per child”. Grazie a questo programma sono stati consegnati milioni di portatili nei Paesi più lontani, dall’Afghanistan all’Uruguai, alla Corea, alla Nigeria.
Piccoli oggetti a manovella in plastica biancoverde, snodabili, “praticamente indistruttibili”, assicura Negoponte, che servono anche a ribaltare il concetto di scuola: i bambini vivono in simbiosi con il proprio pc, lo portano dovunque e diventano infine loro stessi gli educatori in famiglia e nelle comunità.
I computer sono caricati con giochi, fotografie, mappe e cento libri diversi, su un’offerta di 10.000 titoli disponibili. Le macchine possono comunicare tra loro in modo tale da creare una lan che consente lo scambio di contenuti tra i bimbi, connettendo idealmente tutto un villaggio.
Nobel per la pace
“One laptop per child” è un progetto di pace, “perchè pace significa comprensione, e la connessione tra i bambini porta la pace”, sostiene Negroponte, che appoggia l’iniziativa di Wired Italia di candidare internet al premio Nobel per la pace.
“Perché assegnare a internet il Nobel per la pace? Il modo migliore è rispondere con un’altra domanda: quale candidato migliore abbiamo?” Il fondatore del MediaLab del Mit di Boston ha rilanciato così la proposta della rivista.
Per Negroponte l’ultimo premio Nobel “è stato assegnato con qualche difficoltà, al presidente Obama: è stata più una aspirazione perché non lo aveva ancora guadagnato, forse lo guadagnerà in futuro”. Anche nel caso di internet “è un’aspirazione – dice – forse più complessa”.
Ma quanto ci costa?
Negroponte ha anche avuto un confronto con l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, secondo cui in Italia c’è scarsa penetrazione di internet a causa della bassa alfabetizzazione digitale della popolazione. Negroponte ha prontamente replicato, affermando che internet dovrebbe essere gratis per tutti e quindi se in Italia “solo uno su dieci è connesso è perché la rete è troppo costosa”.
Bernabè ha convenuto ma ha anche spiegato che “non ci sono le risorse per fare quello che dice Negroponte, gravato com’è il Paese dalla zavorra del debito pubblico che ha ereditato dalle generazioni passate”.
Negroponte ha incalzato ancora: “Quanto spendete per la sanità? Saranno 500 miliardi di dollari? spendetene l’1% per investire sull’istruzione con connessioni internet gratuite”. Per Negroponte è comunque necessario che anche le aziende private puntino “su un modello commerciale per cui almeno una parte degli italiani abbia internet gratuitamente”.
Sostegno di Fini
“E’ molto difficile trovare uomini politici che ti ascoltino, invece lui è sembrato molto interessato a questo tema. Pur essendo stato un incontro breve per me è stato molto soddisfacente”, ha detto Negroponte dopo l’incontro nel pomeriggio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, al quale è stata illustrata la campagna per candidare internet al premio Nobel per la pace. Per Negroponte Fini può essere un buon sostenitore di questo progetto e dello sviluppo di internet in Italia.
Censura, il lato oscuro
Negroponte ha ribadito al Presidente Fini la necessità di tenere alta la guardia contro la censura a Internet. Perché “anche se ci sono aspetti inquietanti che vanno controllati, la rete non è mai il problema. Riflette semmai – ha spiegato – piaghe sociali che vanno affrontate alla radice e che non possono essere ricondotte all’influenza del web. Il lato oscuro di Internet – precisa – è non averlo a disposizione”.
L’eterogenesi secondo Ferri
Di grande potere evocativo, infine, il breve intervento alla tavola rotonda di Paolo Ferri, professore associato di Tecnologie didattiche alla Bicocca di Milano. Ricordando come internet, nata arpanet, avesse scopi originari squisitamente militari, abbia subìto una vera e propria “eterogenesi tecnologica” fino a diventare, oggi, “un’arma di costruzione di massa”.
(c.g.)