Siti e blog fuori dalle nuove norme

Il “decreto Romani” esclude siti Internet tradizionali, blog, motori di ricerca, versioni online di quotidiani e riviste dalle nuove norme su web e tv, varate in via definitiva dal Consiglio dei ministri.

E’ stato approvato in via definitiva il decreto legislativo noto come “decreto Romani”, che recepisce la direttiva Ue in materia di audiovisivi.

Ecco le principali novita’, cosi’ sintetizzate in una nota dal ministero dello Sviluppo economico:
1) Internet
Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un elenco dettagliato delle attivita’ escluse (tra cui i siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste, giochi on line).

E’ stato specificato che il regime dell’autorizzazione generale per i servizi a richiesta (diversi dalla televisione tradizionale, con palinsesto predefinito) non comporta in alcun modo una valutazione preventiva sui contenuti diffusi, ma solo una necessita’ di mera individuazione del soggetto che la richiede con una semplice dichiarazione di inizio attivita’.

2) Produzione audiovisiva
Sono stati reintrodotti gli obblighi di programmazione per tutti gli operatori (compresa la pay-tv), nonche’ le quote di programmazione e di investimento previsti per la Rai e l’accorciamento dei tempi per l’emanazione del regolamento nel cui ambito dovranno essere fissate le sottoquote in favore della cinematografia nazionale, non solo per quanto attiene agli obblighi di investimento, ma anche di programmazione.

3) Tutela dei minori
Vengono recepite anche condizioni che rafforzano la tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la pornografia, inequivocabilmente estesa a tutte le piattaforme di trasmissione.

4) Ordinamento automatico dei canali
Si semplifica e si omogeneizza il posizionamento dei canali televisivi sul telecomando. E’ stata infatti prevista una sinergia tra l’Autorita’ per le garanzie nelle Comunicazioni (che predispone un ‘piano di numerazione’ con criteri di salvaguardia in favore dell’emittenza locale) e il ministero (che in sede operativa assegna i rispettivi numeri ai fornitori di contenuti televisivi), con potere di sospensione fino alla revoca dell’autorizzazione in caso di inosservanza.

Si ritengono cosi’ superate le preoccupazioni espresse dall’emittenti locali in relazione ad una possibile scarsa visibilita’ della propria programmazione nell’ordinamento automatico dei canali fornito all’utenza.

Il nuovo testo specifica anche che l’autorizzazione generale per i servizi tv a richiesta “non comporta in alcun modo una valutazione preventiva sui contenuti”, ma si limita a individuare il soggetto che la richiede con una dichiarazione di inizio attivita’.

Sul fronte dell’audiovisivo, tornano gli obblighi di programmazione di prodotto italiano ed europeo per tutti gli operatori (compresa la pay-tv), nonche’ le quote di programmazione e di investimento previste per la Rai.

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