Social network e intercettazioni

Criminali che usano internet, giornalisti e magistrati indietro di cent’anni. La protesta contro la “legge bavaglio” domina il web.

Su Facebook sono due le pagine principali. “Senza bavaglio”, con circa 16 mila adesioni e “Disobbedienza civile alla legge bavaglio (arrestateci tutti)”, con circa 11 mila.

Poi ci sono diversi altri gruppi, rintracciabili sotto la chiave “bavaglio”. Il più numeroso, con oltre 13 mila iscritti, recita “Annozero non si tocca!”

Contro il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, la mobilitazione cresce di pari passo con le adesioni sui social network e su internet. Oltre 150 mila sono le firme apposte all’appello pubblicato sul sito nobavaglio.it.

 

Ddl all’esame
La conferenza dei capigruppo di palazzo Madama che ha deciso per lunedì 31 maggio e martedì 1° giugno l’avvio della discussione generale in aula sul ddl intercettazioni licenziato lunedì notte dalla commissione Giustizia. 

In attesa delle eventuali modifiche al testo, continua la mobilitazione delle opposizioni e del mondo del giornalismo. Nel pomeriggio di lunedì c’è stato un confronto organizzato dalla Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana, sul diritto di cronaca a cui hanno preso parte i direttori delle principali testate italiane. Contro il disegno di legge, il Popolo viola scenderà di nuovo in piazza.

 

Internet versus pedinamenti
Per Giuseppe Cascini, segretario Associazione nazionale magistrati, se passasse il ddl “i criminali rimarrebbero nel terzo millennio e noi andremmo indietro di 100 anni. Come vai a fare un pedinamento ad uno che comunica con il Sudamerica da un internet point?”.

(c.g.)

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