Continua la politica del bastone e carota alla Foxconn, produttrice di componentistica elettronica per Apple, Sony e Dell. Per fermare l’ondata di suicidi tra i dipendenti, prima chiede un impegno scritto a non uccidersi, poi aumenta gli stipendi. E ora decide di non pagare più indennizzi alle famiglie dei suicidi.
La Foxconn, multinazionale di Taiwan con fabbriche in Cina, alle prese con un’ondata di suicidi dei dipendenti, ha deciso che non pagherà più indennizzi alla famiglie di chi si è tolto la vita, per scoraggiare nuovi suicidi.
Lo rivela l’agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo la quale l’azienda ha “prove concrete” che alcuni dei suoi operai si sono suicidati per consentire alle loro famiglie di avere i soldi dell’assicurazione. Secondo Xinhua, gran parte delle famiglie dei ragazzi che si sono suicidati hanno ricevuto un indennizzo di 100 mila yuan (14.640 dollari).
L’azienda, che produce componenti elettronici e rifornisce giganti come Apple (di cui quasi tutto l’iPhone), Sony e Dell, ha chiesto ai dipendenti un impegno scritto a non suicidarsi e poi ha proposto un aumento di stipendio, sempre per cercare di fermare i suicidi.
La società, di proprietà della Hon Hai Precision Industry, dà lavoro nei soli impianti di Shenzhen a circa 400 mila operai, dove vengono assemblati gli iPhone della Apple.
Si tratta di personale reclutato nell’entroterra, i cui stipendi non basterebbero mai a comprare i prodotti che fabbricano. Il presidente dalla Hon Hai, Terry Gou, è ritenuto l’uomo più ricco di Taiwan.
Aumenti di stipendio
La società taiwanese aumenterà da primo ottobre gli stipendi dei dipendenti di quasi il 70%. La notizia è stata data due giorni fa con un comunicato dallo stesso fondatore, Terry Gou. Gli stipendi mensili degli operai che lavorano nelle aziende di Foxconn Technology a Shenzhen passeranno 1.200 a 2.000 yuan (290 dollari).
(c.g.)