WikiLeaks: not found

Il sito di Julian Assange è sotto attacco informatico: gli hacker hanno centrato l’obiettivo di renderlo inaccessibile agli utenti di Europa e Stati Uniti. Oscurati i contenuti del sito, compreso il ‘Cablegate’.

 

I tecnici erano riusciti a ripristinare il servizio grazie all’aiuto del servizio di affitto-server di Amazon, ma è durato poco. “Siamo attualmente vittima di un potente Distributed Denial of Service” leggeva ieri chi tentava di collegarsi al sito.

Poche ore più tardi, nemmeno più questo: anche la pagina http://wikileaks.org/media/submissions.html, che ospita i moduli per la pubblicazione di documenti in forma anonima è diventata inaccessibile.

Ddos: in pratica, un computer remoto X esegue un programma capace di lanciare contro un sito Y (nel caso, WikiLeaks) tanti pacchetti dati da bloccarlo.

“L’attacco informatico subito ieri da Wikileaks è tra i più potenti mai registrati finora”, ha scritto il Washington Post citando esperti americani. Il bombardamento è stato massiccio: 10 gigabits al secondo, 28 volte più potente della media degli attacchi registrati nel 2010, come se una casella di posta elettronica ricevesse oltre 300 mila mail al minuto.

Altri esperti hanno evidenziato che la potenza è stata 100 volte superiore agli attacchi lanciati nel 2007 in Estonia. L’attacco Ddos non è stato “rivendicato”.

(celia guimaraes)

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