WikiLeaks e “l’affare sicurezza”

Dati rubati, privacy violata: mentre continua la caccia a Julian Assange (un eroe su Twitter e Facebook), si corre ai ripari. Le aziende cercano tecnologie in grado di tutelarle dagli hacker. E le softwarehouse di sicurezza informatica fiutano il business, as usual.

 

WikiLeaks ha dimostrato che ormai una gran quantità di dati possono essere rubati in una sola volta e diffusi ovunque. Soltanto dieci anni fa, portare via una tale mole di informazioni su carta avrebbe richiesto una flotta di camion. Per imprese e governi cercare contromisure per salvaguardare segretezza e privacy è più che mai fondamentale. Affari e copyright su tecnologia sono vitali. Ed ecco che le società di sicurezza informatica entrano nel cono di luce.

Questo messaggio si autodistruggerà in 10 secondi

“Penso che il dibattito non abbia tenuto il passo con la tecnologia”, ha detto Jack Hembrough, ad di VaporStream tech, azienda con sede a Chicago.  “Le persone si stanno appena rendendo conto di quanti dati vengono memorizzati e quante informazioni possono essere diffuse e, una volta uscite dalle banche dati, non credo ci sia alcun modo di controllarle”.

Come nei film di spionaggio, VaporStream è una delle aziende che propone una soluzione relativamente semplice: un software che non consente di salvare i messaggi che quindi non possono essere rubati. Si basa sulla crittografia a 256 bit, trasmesse via SSL, in precedenza salvate su RAM. In partica fa scomparire ogni traccia del documento, come se si trattasse di una telefonata: una volta chiusa, non ne resta nulla.

Ma gli esperti avvertono: il software diventerebbe un boomerang in caso di controversie legali. E naturalmente ha un costo per le aziende, che parte dai 5 dollari al mese. Da quando la vicenda di WikiLeaks è scoppiata, si valuta che i download del software è aumentato del 20-30%.

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WikiLeaks ha il sostegno popolare di centinaia di migliaia di persone, in particolare tra i giovani. Su siti come Twitter, molti vedono le misure della magistratura svedese contro Assange come mosse politiche.
La pagina di Facebook di WikiLeaks ha circa 750.000 fans, che erano circa 500.000 venerdì scorso, numero che sembra destinato a crescere ancora.

(celia guimaraes)

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