Aumentano gli utenti di Facebook, ma non tra i giovanissimi: nella fascia d’età 13-18 c’è un calo del 5% rispetto ad un anno fa. Cresce l’utiizzo di social network ‘liquidi’ come Snapchat. Non è un caso se i big del web cercano di comprare, per miliardi di dollari, le nuove piattaforme.
Scende costantemente, da settembre, la fascia dei 13-18enni che utilizzano Facebook. Il calo in un anno è del -5%, leggermente più pronunciato tra le donne. “Si tratta di un perdita di 147.000 unità, forse non drammatica ma sintomatica di una difficoltà inedita di stare al passo con le esigenze dei più giovani”, rileva l’esperto Vincenzo Cosenza nel suo blog (i dati qui).
Il fenomeno Snapchat
Due studenti di Stanford, il 23enne Evan Spiegel e il 25enne Bobby Murphy hanno avuto un’intuizione, osservando dell’abitudine dei giovani di cancellare i tag dalle foto su Facebook, soprattutto prima di colloqui di lavoro. Così, nel 2011, hanno creato Snapchat, un social per la condivisione di foto da smartphone con una caratteristica che è diventata la sua forza: dopo un tempo variabile da uno a dieci secondi dall’apertura, la foto (lo ‘snap’) scompare dal mobile del destinatario e dai server. Chi riceve la foto può salvarla prima della scomparsa, ma arriverà un avviso al mittente.
Un paradiso dell’effimero, in particolare per le immagini compromettenti. Non è un caso se Facebook e poi Google hanno cercato, miliardi di dollari alla mano, di accaparrarsi Snapshot, senza riuscirvi. I bravi studenti di Stanford infatti hanno fiutato l’affare e dicono: la nostra app vale molto di più di 3 miliardi.