La stampante è ad acqua. Ma la carta?

Un team di chimici cinesi ha sviluppato la stampante “water-jet”:  fogli di carta trattati con un colorante possono essere ristampati  decine di volte. Come inchiostro si usa l’acqua. Ma sulla tossicità ci sono ancora dei dubbi

 

Le  stampanti del futuro useranno un getto d’acqua come inchiostro.  Questo è quanto sostengono undici chimici cinesi, che hanno depositato il progetto ora pubblicato da Nature Communications (la pagina con la ricerca completa è disponibile a pagamento).

La struttura del composto chimico (Nature Communications)

La novità è tutta nella carta riscrivibile.  Per la stampa senza inchiostro si usa l’acqua  per ‘accendere’ i particolari coloranti, chiamati  hydrochromic,  che rivestono i fogli di carta.  La stampa svanisce entro circa 22 ore a temperature inferiori a 35°C e i fogli possono essere  ristampati decine di volte senza perdita significativa del colore.  Il metodo non richiede stampanti speciali ma semplicemente la sostituzione dell’inchiostro della cartuccia con l’acqua, usando una siringa.

La carta ricoperta da un composto colorante (nello studio indicato come ossazolidinico) ha prodotto una stampa blu chiaro. Finora  sono quattro i colori stampati  ad acqua: blu , magenta , oro  e viola.  Uno dei chimici, il professor Sean Xiao-An Zhang dell’Università di Jilin, ha detto che  la carta impregnata è “molto sicura” ma, nel dubbio, si stanno effettuando  test di tossicità sui topi per esserne davvero sicuri.

 

Celia Guimaraes @viperaviola
con la collaborazione di Stefano Lamorgese @mascaweb

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