Il gap di genere persiste nel settore tecnologico, il rapporto è di due uomini impiegati per ogni donna. In Italia, secondo dati elaborati da Fondazione Mondo digitale, su cento programmatori solo nove sono donne. E nonostante la domanda di figure professionali con formazione in discipline Stem: scienze, ingegneria, informatica, matematica, le donne spesso non studiano queste materie perché dissuase dal farlo.
Del resto, anche grandi aziende come Google e Apple ancora devono colmare il divario inserendo più donne in ruoli di leadership ma, in numeri assoluti, il rapporto resta sempre di due a uno. C’è di più, secondo il rapporto sui lavori del futuro del World Economic Forum, l’arrivo di robotica e intelligenza artificiale faranno sparire cinque milioni di lavori tradizionali, in particolare negli uffici, a prevalenza di occupazione femminile. Già tra cinque anni, le ragazze prive di formazione specifica rischiano di uscire sconfitte : ci sarà per loro un solo posto di lavoro tradizionale per ogni cinque persi.
Eppure secondo la Commissione europea, la parità di occupazione nel comparto tecnologico incrementerebbe il Pil dell’Unione di circa nove miliardi di euro l’anno. Avvicinare le ragazze al mondo digitale, quindi, è un bene per loro stesse e per l’economia nel suo insieme.