Un nuovo sistema di etichettatura energetica, con un codice QR e un link con rimando a un database online, con tutte le informazioni relative ai singoli prodotti. Tutto questo farà parte delle informazioni sul consumo energetico e impatto ambientale nelle etichette 2.0 approvate dal parlamento europeo. Anche le classi energetiche verranno semplificate rispetto alle attuali, con una scala che va dalla A alla G. Saranno eliminate altre indicazioni come i molteplici simboli “+” e altre lettere. Ma la nuova normativa sarà pienamente operativa soltanto alla fine del 2019.
Etichette come app
Relatore è l’eurodeputato Dario Tamburrano, che spiega: “Dopo vent’anni, le etichette tradizionali per gli elettrodomestici, cioè frigoriferi e lavastoviglie, saranno aggiornate alla versione 2.0”. E grazie alle informazioni digitali, con la creazione di “un database dettagliato e di strumenti simili alle applicazioni per smartphone, permetterà ai consumatori di effettuare confronti immediati tra i prodotti sul mercato”.
Una storia lunga un quarto di secolo
La storia delle etichette energetiche inizia 25 anni fa, quando l’Unione europea ha stabilito che fosse necessario dotare i principali elettrodomestici di un sistema informativo che rendesse chiari i consumi e l’impatto ambientale. Nel 1995 sono comparse le prime etichette, su congelatori e frigoriferi, poi estese ad altri elettrodomestici: forni, lavastoviglie, lavatrici, asciugatrici, lampade e condizionatori. Nel 2003 sono state introdotte nuove classi di efficienza, come la A+ e la A++, grazie ai risultati migliori di alcuni elettrodomestici rispetto alla classe A. Dal 2010, l’obbligatorietà delle etichette energetiche è stata estesa a tutti gli elettrodomestici che consumano energia, con l’aggiunta di altre indicazioni nella forma e nelle classificazioni.
Ci sono anche le e-tichette
Dal 2014 la Commissione europea ha stabilito nuove norme per quanto le ‘etichette energetiche elettroniche’ dei prodotti venduti online, norme entrate in vigore nel gennaio 2015. In base alle norme, i rivenditori hanno l’obbligo di inserire sul sito di e-commerce l’immagine integrale dell’etichetta energetica, in una dimensione ben visibile, oppure di indicare la classe energetica con una freccia colorata (corrispondente al colore della classe di efficienza energetica del prodotto) con all’interno un link che rimandi a una pagina con l’intera etichetta. I consumatori, così, possono consultare online recensioni, prezzi, disponibilità dei prodotti e anche altri dati fondamentali su consumi e prestazioni.
Nell’attesa, impariamo a leggere le etichette attuali
L’interesse sui consumi energetici è molto alto e, secondo il portale QualeScegliere.it, l’85% dei consumatori consulta le etichette al momento dell’acquisto di un elettrodomestico, anche se spesso fatica a comprendere le informazioni riportate. A seconda della tipologia di elettrodomestico, infatti, le etichette possono avere struttura e contenuti diversi.
Elementi comuni e differenze
Allo stato attuale, ogni etichetta energetica è organizzata in quattro aree che devono essere identificate e comprese per una corretta lettura. Ogni l’etichetta inoltre deve sempre avere la scheda informativa relativa al prodotto. Ecco un vademecum (fonte: www.qualescegliere.it)
- Informazioni generali
Si trovano nella banda in alto, sotto il simbolo Ue; qui sono indicati sempre nome o marchio dell’azienda produttrice o del fornitore e il codice che identifica in modo univoco il modello dell’elettrodomestico.
- Classi
Comprende la scala colorata delle classi energetiche: la prima in alto è una banda verde e indica i consumi energetici più bassi; l’ultima in basso è una banda rossa e indica consumi più alti. A seconda delle tipologie di elettrodomestici, la banda verde può riferirsi ad una normale classe A o a livelli di efficienza superiori (da classe A+ a classe A+++). Accanto alla scala colorata, si trova una freccia nera che riporta in bianco l’effettiva classe di efficienza energetica per lo specifico modello di elettrodomestico in esame. I segni “+” e il loro valore non rimandano ad una scala univoca, ma hanno significato diverso a seconda della tipologia di prodotto cui fanno riferimento. Per esempio, frigoriferi di classe A consumano circa il 60% in più rispetto a quelli di classe A+++; nelle lavatrici la differenza di consumo tra una classe A e una A+++ è di circa il 50%, e così via. Anche le classi massime e minime possono variare a seconda delle tipologie.
- Consumi
In un riquadro in basso è possibile leggere l’indicazione del consumo medio annuo, che viene espresso in kWh/anno, l’unità di misura di riferimento per i consumi di energia elettrica che quantifica l’energia utilizzata da un elettrodomestico in un’ora di lavoro continuo e costante. Il costo in bolletta si basa proprio sul numero di kWh assorbiti e solitamente la tariffa varia dai 15 ai 40 centesimi per 1 kWh. Il valore indicato è una stima plausibile del numero di kWh che si assorbirebbero usando regolarmente l’elettrodomestico in un anno e, quindi, dei costi in termini di consumi energetici del modello descritto sempre in un anno.
- Caratteristiche tecniche
La sezione delle caratteristiche tecniche varia da elettrodomestico a elettrodomestico a seconda delle sue funzioni. Nelle etichette delle lavastoviglie, ad esempio, si indicano anche il consumo idrico annuale, la classe di efficienza dell’asciugatura, la capacità di coperti standard e l’emissione acustica. Nei forni, invece, viene indicato il volume dello spazio utilizzabile e la quantità di energia utilizzata per uso standard con cottura in modalità forno statico o forno ventilato. Ogni caratteristica tecnica è definita quindi da valori di riferimento e da simboli diversi.
Celia Guimaraes @viperaviola