“In un momento di grande incertezza per molte industrie e, in definitiva, per il mondo stesso, mettiamo insieme fondatori e amministratori delegati delle aziende tecnologiche, startup in rapida crescita, politici e capi di Stato per porre a tutti una semplice domanda: dove andare?” – Web Summit
La risposta arriva anche dall’Italia
Portugal you were incredible. Take a bow
To those who joined us in Lisbon from around the world, including millions online, see you in 2020
Thanks to the amazing #WebSummit team, the 7,000 people who worked across the last 2 weeks & 2,000 volunteers ?pic.twitter.com/V4A9dX08UI
— Paddy Cosgrave (@paddycosgrave) 7 novembre 2019
Il pubblico ha superato le 70 mila presenze, oltre 11 mila i partecipanti provenienti da 163 Paesi, soprattutto una buona vetrina per le 2.150 startup che sgomitano per farsi conoscere. Il Web Summit, evento nato in sordina a Dublino quasi dieci anni fa ed emigrato a Lisbona nel 2016, oggi è uno degli eventi più attesi da chi fa innovazione.
La parte del leone è della Gran Bretagna, ma l’Italia c’è, nel 2019 ben rappresentata da 25 startup di livello Alpha (su un totale di 150) scelte per salire sul palco dell’Altice Arena davanti a pubblico e investitori. Due di esse, AR Market (gaming) e JoinSet (tennis) sono arrivate in finale tra le 20 migliori.
Ice e Italian Startup
Contest a parte, altre 22 startup italiane hanno trovato un posto sotto le volte dei padiglioni degli espositori, selezionate da Ita (Italian Trade Agency – da noi nota come Ice, Istituto per il commercio estero) e sostenute nella trasferta portoghese grazie allo “Startup Special Program”.
Tra queste abbiamo incontrato gli inventori di Tata, un cuscino smart salva-bambini che utilizza tre livelli di allarme trasmessi via bluetooth al cellulare del genitore o della persona che ha in custodia il bimbo, anche se il telefono è spento, scarico o fuori campo. Il sistema è compatibile con smartphone Android e iOS, si adatta a tutti i tipi di seggiolini in commercio ed è lavabile. “Da papà di quattro bambini”, ha detto Giorgio Sadolfo, ad e tra i fondatori della startup Filo, “sono un beta tester molto attento e non avremmo fatto uscire Tata sul mercato prima che ci fosse una legge ad hoc sui dispositivi anti-abbandono”. Che adesso c’è.
Enterprise European Network
Anche la Commissione europea – DG Connect – era a caccia di talenti al Web Summit. E tra le eccellenze da valorizzare e aiutare concretamente con sostegno finanziario e networking abbiamo incontrato Youbiquo, startup italiana che ha sviluppato in proprio gli Smart Glasses per la manutenzione dotati di intelligenza artificiale grazie ai fondi europei.
Racconta Pietro Carratu, amministratore delegato: “Lavoravo per un’azienda di manutenzione per installazioni militari”. Anni di esperienza che gli hanno consentito di mettere insieme un gruppo di esperti per fabbricare gli occhiali intelligenti personalizzabili per adattarsi al lavoro richiesto. Enterprise Europe Network ha messo Youbiquo in contatto con finanziatori e fornitori, ora l’azienda prevede di espandersi nei Paesi di lingua tedesca e sta per aprire un ufficio a Vienna.