Seconda ora: Twitter e Wikipedia

Addio ripassi sulle date della Seconda Guerra mondiale; basta test sugli splendori dell’età vittoriana. E’ il Guardian a rivelare l’irruzione del web 2.0 nei programmi della scuola elementare britannica: “Gli studenti studieranno Twitter e blog secondo la riforma della scuola”, titola il quotidiano, che non ha dubbi: è la riforma più radicale della scuola elementare dell’ultimo decennio.
Gli insegnanti avranno maggior libertà nella scelta degli argomenti su cui fare lezione in classe: e potranno esserci ore dedicate a Twitter e Wikipedia, piuttosto che alla familiarizzazione con i blog. 

A saltare, insomma, è uno dei cardini dell’organizzazione scolastica britannica: la maggior libertà nello studio, l’apertura ai nuovi media, non arrivano con le medie, ma vengono introdotte già nelle elementari, negli anni finora deputati all’apprendimento delle nozioni basilari di lingua, grammatica, matematica, storia, geografia. E’la certificazione più eclatante del peso determinante, nella formazione del nuovo cittadino, dei new media: i web-based skills , le conoscenze apprese in rete, cambiano già da ora il modo e i contenuti dell’insegnamento.
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La Cina spegne YouTube

La Cina non ha paura di internet, assicura il ministero degli Esteri di Pechino. Ma resta il fatto che Youtube è di nuovo inaccessibile ai visitatori cinesi dalla tarda serata di lunedì. La pagina iniziale del popolare sito di videosharing non si apre, oppure invia un messaggio di errore, tanto a Pechino, che a Shanghai o in altre città del Paese. 
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Ciclone Hillary, il nuovo corso del Dipartimento di Stato è sul web

Qualcuno sostiene che abbia perso le primarie ‘per colpa di internet’, la killer application del rivale Barack Obama. Ma da segretario di Stato, Hillary Clinton non scherza: sul web punta ancora più forte di quanto in realtà aveva già fatto da candidata alla nomination del Partito democratico. E così in meno di tre mesi, il ministero degli Esteri americano si è allargato in rete ampliando ancora una presenza già forte con Condoleezza Rice.
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In Gran Bretagna Google ritira foto da Street View, violano la privacy

Google ha ritirato dozzine di immagini di Londra su Street View per evitare denunce di violazione della privacy delle persone fotografate, lo riporta la Bbc.

Street View fornisce foto di strade delle grandi citta’. Lanciato nel 2007 negli Usa, e’ disponibile anche in Italia.

In Gran Bretagna, 24 ore dopo il lancio del programma, Google e’ dovuto intervenire per ritirare alcune immagini giudicate imbarazzanti. Una ritraeva un uomo che usciva da un sex shop, un’altra un ubriaco che vomitava davanti a un pub.

Ora le immagini sono state cancellate e a loro posto c’è un cartello che dice “immagine non più disponibile” anche se secondo la Bbc spostando il cursore avanti o indietro qualcosa si vede ancora.

Intervistato dalla Bbc il portavoce britannico di Google ha detto a chiare lettere che chiuque si trovi a sua insaputa su Street Wiew verrà subito rimosso basta una semplice richiesta.

“Abbiamo milioni di immagini, la percentuale di quelle rimosse è irrisoria”, ha detto Laura Scott di Google alla Bbc. Il fatto che ci siano dei vuoti dimostra quanto siamo stati solerti, ha aggiunto.

Street View è statao lanciato nel maggio del 2007 negli Stati Uniti, ma oggi è visibile anche in Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Spagna, Italia e naturlamente Gran Bretagna. La versione lanciata in Olanda giovedì porta a 9 i paesi coperti dal servizio.

Negli Usa l’uso improprio dei telefonini fa saltare i processi

L’uso improprio di telefoni iPhone e Blackberry, l’invio da parte dei giurati di messaggini Twitter e la pubblicazione di informazioni sul lavoro delle giurie su siti come Facebook, stanno facendo saltare sempre piu’
processi negli Usa. Lo denuncia il New York Times, che in un’inchiesta pubblicata sul sito elenca una serie di processi annullati negli ultimi giorni negli Stati Uniti per violazione delle norme sulle giurie popolari.

Tra i casi citati dal Nyt figura l’azzeramento di un grosso processo federale per narcotraffico in Florida, dopo che quasi tutti i giurati hanno ammesso di aver fatto ricerche su Google, anche durante il processo, servendosi dei loro ‘gadget’ elettronici. Una societa’ edile dell’Arkansas ha chiesto la scorsa settimana di annullare una condanna a un risarcimento di 12,6 milioni di dollari, dopo aver scoperto che uno dei giurati
aveva parlato del processo in corso sul servizio di micro-blogging Twitter.
  
In Pennsylvania, i difensori di un ex senatore dello Stato, Vincent Fumo, hanno chiesto ieri l’annullamento del processo per corruzione al loro assistito, dopo che un giurato ha parlato del dibattimento con gli amici su Facebook.

Secondo il New York Times, il moltiplicarsi dei casi sta creando una vera e propria emergenza, che richiedera’ probabilmente nuove regole di comportamento per le giurie popolari nell’era di Internet.