E’ nata la versione ecologista di YouTube. Il suo nome è YouImpact.
E’ stata lanciata in questi giorni dalla società LifeGate.
L’obiettivo è creare una piattaforma di sharing, di condivisione di video, per diffondere la cultura dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.
Per dare subito un segnale, LifeGate si impegna a creare 1 mq di nuove foreste in Costa Rica per ogni contributo inserito nella piattaforma YouImpact.
Inoltre, i contenuti più votati verranno premiati ogni settimana con un “bonus foresta”, per un ammontare complessivo di 202.020 mq di foresta all’anno. Una cifra non causale: si richiama infatti all’obiettivo 20-20-20 – ridurre del 20% le emissioni di CO2, aumentare del 20% l’energia prodotta da fonti rinnovabili e aumentare del 20% l’efficienza energetica – fissato dall’Unione europea per affrontare il cambiamento climatico.
C’è anche un concorso, “The green effect”: fino al 22 aprile, gli utenti potranno partecipare postando materiale audio, video e immagini che mostrano come la tecnologia possa integrarsi con la vita quotidiana per ridurne l’impatto ambientale. La community stessa decreterà i vincitori, votando i video entro il 22 maggio. I 9 contributi migliori riceveranno un bonus metri quadrati di foresta in Costa Rica.
Internet sta arrivando velocemente a un punto di saturazione: entro due anni gli indirizzi web saranno in via di esaurimento e sara’ necessaria un drastica svolta nell’architettura della rete”.
Segnatevi questi estremi: 31 15’15.53 Nord, 24 15’30.53 Ovest. In questo punto, a 1000 km dalla costa del Marocco o del Portogallo, sui fondali dell’Oceano Atlantico, potrebbero esserci i resti di Atlantide,a la città descritta da Platone e inghiottita dai mari “in un solo giorno e notte di disgrazia”.
Facebook non ha più una licenza a vita sui contenuti degli utenti. Dopo il putiferio scatenato da internauti e associazioni per la tutela della privacy, l’azienda ha fatto marcia indietro sulle nuove condizioni d’uso del social network. Ad annunciare il ripensamento è lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore e ad di Facebook, che oggi dal suo blog spiega le ragioni della nuova decisione.