Bloggers contro il bavaglio

Nel testo ‘blindato’ della legge sulle intercettazioni, è rimasta la norma che imporrà ai blog e siti l’obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta, pena una multa di oltre 12 mila euro. La blogosfera protesta in Rete e a Montecitorio.

 

La mobilitazione contro il testo originale della legge sulle intercettazioni ha ottenuto alcuni risultati positivi, con l’approvazione di alcuni emendamenti in Commissione giustizia fortemente sostenuti dal mondo dell’informazione.

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Bloggers all’attacco delle vuvuzelas

Le trombette dei Mondiali, diventate la colonna sonora di Sudafrica 2010, prese di mira da centinaia di siti e blog. Ma il patron della Fifa, Joseph Blatter, ‘cinguetta’ su Twitter: “Nessun divieto”. Milioni di vuvuzelas in vendita su internet sbarcano in Europa

 

Nessun bavaglio, neanche una sordina. L’ultima parola sulle vuvuzelas l’ha detta il presidente della Fifa, Joseph Blatter. “Non prendo in considerazione un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro Paese. Vorreste che venissero vietate le usanze dei vostri fans? Ho sempre detto che l’Africa ha ritmi differenti e diversi suoni”, sono le parole affidate da Blatter a Twitter, confermate dagli organizzatori dei Mondiali.

Blog contro

Le trombette sono finite sotto attacco da parte di numerosi blog. “La suonassero solo quando c’è un gol – si legge su ’10 motivi per odiare la vuvuzuela’ – potremmo farla passare, ma 90 muniti filati sono tanti. Se li moltiplichiamo per tutte le 63 partite decisamente troppi. Perché amico sudafricano devi festeggiare anche i falli laterali?”.

Facebook pro

Ma c’è anche chi le publicizza: su Facebook c’è il gruppo ‘Virtual Vuvuzela Gifts’, con più di 2.600 fan, che consente di strombazzare con i colori della propria squadra del cuore. E anche di condividere i rumorosi saluti con gli amici.

Ci sono anche applicazioni da scaricare: siamo alla vuvuzela per iPhone. Molte sono gratuite.  Tocca rassegnarsi a convivere per un mese (oppure siamo solo all’inizio?) con il loro frastuono.

Corni tribali

Dirette discendenti dai corni di kudus, parenti delle antilopi, un tempo usati per riunire gli abitanti dei villaggi, sono un simbolo del Paese e della sua cultura. E potrebbero presto invadere gli stadi europei. A sottolinearlo sono state alcune emittenti radiofoniche di Johannesburg, secondo cui “almeno un milione di vuvuzelas sono state vendute, anche via internet, nel Regno Unito”.

Motore d’aereo

Il livello di intensità del suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, solo 3 decibel in meno del motore di un aereo, il cui livello è 130. “Un suono del genere è un elemento di disturbo abbastanza forte in campo – valuta Ludovica Malaguti, dell’Istituto Superiore di Sanità – sicuramente nei 90 minuti è un’esposizione acuta, che non dà problemi permanenti, ma che è assolutamente in grado di deconcentrare i calciatori, che all’uscita dal campo potrebbero sentirsi un po’ ‘rintronati'”.

Apocalittica invece è la foniatra Mireille Tardy, sentita dalla France Presse, secondo cui un rumore di 126 decibel “è pari a quello che fa un gruppo di tifosi che urlano di gioia. Per l’orecchio è una catastrofe. La conseguenza è la distruzione di una parte delle cellule sensoriali: l’orecchio interno ne possiede solo 15.000, che non si rinnovano”.

Una dannazione che ha provocato l’impennata delle vendite di cuffie antirumore e di tappi per le orecchie.

(c.g.)

Google batte mille siti

Secondo AdPlanner, Facebook è il sito più cercato sul web, con 570 miliardi di pagine viste e 540 milioni di utenti unici. Il social network batte tutti ma non Google, che detiene da solo oltre il 35% di tutto il traffico web misurato.

Google ha pubblicato la lista dei 1000 siti web più visitati calcolata secondo lo strumento Google AdPlanner. L’elenco è aggiornato mensilmente e si basa sui visitatori unici (il numero degli utenti).

Le statistiche (guarda) non includono i dati della stessa Google e di YouTube. Anche siti che non utilizzano pubblicità sono tra i primi posti: Wikipedia, ad esempio, è al quarto posto, ma è da rilevare che nei primi 100 posti soltanto 35 siti non hanno l’advertising .

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Al Jazeera: internet libera e gratuita

La tv satellitare araba metterà online, gratis,  tutti i propri contenuti multimediali. Una struttura interna lavorerà per la tutela di attivisti e bloggers arabi. Videocamere e smartphone a chi vorrà produrre in proprio servizi giornalistici per l’emittente.

“Al Jazeera Initiative for Internet Freedom”, un progetto per diffondere gratuitamente prodotti multimediali sul web, è stato presentato a a Doha, dove si è aperto il V Forum dell’emittente con sede nel Qatar. Il direttore generale Wadah Khanfar ha illustrato il progetto, strutturato in tre punti.

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