Comportarsi da turisti, aspettare il segnale, sorreggere l’Anfiteatro Flavio con le mani. Prima che faccia la fine di Pompei. Il flash mob corre sulle pagine di Facebook. E uno studio rivela: il patrimonio artistico-culturale italiano, inteso come ‘brand’, vale oltre 600 miliardi di euro; il solo Colosseo oltre 91 miliardi.
Tag Archives: cultura
Vivere dentro Facebook
Internet ha rimpiazzato la tv come fonte primaria di mode culturali e linguaggi. Lo dimostra questo video, intitolato “N’Import Comment”, dei rappers francesi Orelsan e The Toxic Avenger.
Dopo un risveglio con vestizione ‘stile iPhone’, gli artisti si muovono lungo la spiaggia di Venice, in California, come se fossero ‘dentro’ Facebook: aggiungono le belle ragazze agli ‘amici’, mandano un ‘poke’ ad altre. Per poi finire la serata scegliendo chi portare in pista a ballare in una “Danceroulette”.

(c.g.)
Vendere l’Italia agli italiani
Il premier loda le bellezze del Bel Paese e, in uno spot promozionale, invita gli italiani a far le vacanze entro i confini nazionali. Berlusconi speaker? Un atto d’amore, dice il ministro del Turismo. Ma qualcuno ironizza.
“E’ la prima volta che un presidente del Consiglio mette a disposizione la propria voce e la propria autorevolezza, scende in campo direttamente per promuovere il proprio Paese”.
I musei italiani sbarcano sull’iPhone

La novità è stata presentata dal ministero dei Beni culturali. Si tratta della prima di una serie di applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate ai beni culturali. Per ora solo su dispositivi Apple; a breve sarà utilizzabile con altri smartphone, anche in inglese.
Tra i contenuti interessanti, sezione “Mappe”, che presenta i musei, monumenti e relativi percorsi culturali. Rileva la posizione dell’utente via GPS e gli segnala i luoghi d’interesse nelle vicinanze.
“Musei e Monumenti” offre informazioni generali sull’accesso, i contatti, il sito web, gli orari di apertura,
informazioni sui biglietti e sulle visite guidate. Sono presenti anche brevi schede storiche sulle collezioni e sugli scavi archeologici e immagini delle opere piu’ rappresentative.
La sezione Tickets, una novità interessante, consente di prenotare e acquistare i biglietti dal proprio smartphone con la carta di credito. E di evitare le file per l’accesso.
L’applicazione, totalmente italiana, è stata sviluppata dalle giovani (e bravissime) Chiara Palmieri e Giovanna Montani, due laureate 33enni che si sono specializzate in informatica applicata alle Belle Arti.
(c.g.)
Bloggers all’attacco delle vuvuzelas
Le trombette dei Mondiali, diventate la colonna sonora di Sudafrica 2010, prese di mira da centinaia di siti e blog. Ma il patron della Fifa, Joseph Blatter, ‘cinguetta’ su Twitter: “Nessun divieto”. Milioni di vuvuzelas in vendita su internet sbarcano in Europa
Nessun bavaglio, neanche una sordina. L’ultima parola sulle vuvuzelas l’ha detta il presidente della Fifa, Joseph Blatter. “Non prendo in considerazione un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro Paese. Vorreste che venissero vietate le usanze dei vostri fans? Ho sempre detto che l’Africa ha ritmi differenti e diversi suoni”, sono le parole affidate da Blatter a Twitter, confermate dagli organizzatori dei Mondiali.
Blog contro
Le trombette sono finite sotto attacco da parte di numerosi blog. “La suonassero solo quando c’è un gol – si legge su ’10 motivi per odiare la vuvuzuela’ – potremmo farla passare, ma 90 muniti filati sono tanti. Se li moltiplichiamo per tutte le 63 partite decisamente troppi. Perché amico sudafricano devi festeggiare anche i falli laterali?”.
Facebook pro
Ma c’è anche chi le publicizza: su Facebook c’è il gruppo ‘Virtual Vuvuzela Gifts’, con più di 2.600 fan, che consente di strombazzare con i colori della propria squadra del cuore. E anche di condividere i rumorosi saluti con gli amici.
Ci sono anche applicazioni da scaricare: siamo alla vuvuzela per iPhone. Molte sono gratuite. Tocca rassegnarsi a convivere per un mese (oppure siamo solo all’inizio?) con il loro frastuono.
Corni tribali
Dirette discendenti dai corni di kudus, parenti delle antilopi, un tempo usati per riunire gli abitanti dei villaggi, sono un simbolo del Paese e della sua cultura. E potrebbero presto invadere gli stadi europei. A sottolinearlo sono state alcune emittenti radiofoniche di Johannesburg, secondo cui “almeno un milione di vuvuzelas sono state vendute, anche via internet, nel Regno Unito”.
Motore d’aereo
Il livello di intensità del suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, solo 3 decibel in meno del motore di un aereo, il cui livello è 130. “Un suono del genere è un elemento di disturbo abbastanza forte in campo – valuta Ludovica Malaguti, dell’Istituto Superiore di Sanità – sicuramente nei 90 minuti è un’esposizione acuta, che non dà problemi permanenti, ma che è assolutamente in grado di deconcentrare i calciatori, che all’uscita dal campo potrebbero sentirsi un po’ ‘rintronati'”.
Apocalittica invece è la foniatra Mireille Tardy, sentita dalla France Presse, secondo cui un rumore di 126 decibel “è pari a quello che fa un gruppo di tifosi che urlano di gioia. Per l’orecchio è una catastrofe. La conseguenza è la distruzione di una parte delle cellule sensoriali: l’orecchio interno ne possiede solo 15.000, che non si rinnovano”.
Una dannazione che ha provocato l’impennata delle vendite di cuffie antirumore e di tappi per le orecchie.
(c.g.)