A dieci anni dall’esplosione della posta elettronica, il metodo di comunicazione piu’ innovativo di sempre invecchia e deve cedere il passo all’immediatezza delle “reti sociali”.
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Twitter e le celebrità banali
Non attira i giovani e privilegia i rapporti triviali: questa, in sintesi, l’analisi del fenomeno Twitter. I personaggi più popolari nel sito di microblogging lo sono perché sembrano “autentici”.
Molti attori, star della tv e della musica pop hanno una popolarità su Twitter molto superiore a quella del ‘mondo reale’. Altri, famosissimi, non hanno un numero così rilevante di ‘followers’.
Tutto dipende dalla capacità di ciascuno di loro di stabilire legami personali, è il responso gli esperti. L’attore Ashton Kutchner è al numero uno della classifica dei più popolari, con più di tre milioni di fans su Twitter. LeVar Burton, della serie tv “Star Trek”, è più noto della cantante pop Lady Gaga.
Facebook vietato ai travet
I funzionari governativi perdono tempo su Facebook e l’amministrazione blocca l’accesso al sito. E’ quello che succedera’ dalla prossima settimana in Svizzera.
Un comunicato ufficiale specifica i margini dell’intervento: se “un collaboratore avra’ bisogno di accedervi per ragioni professionali potra’ fare richiesta di deroga”.
E Jacko blocca il web
La morte improvvisa di Michael Jackson ha relegato di colpo al quinto posto le notizie sulla crisi iraniana su Twitter e quasi paralizzato il web: da quando la notizia ha incominciato a circolare, sui social network e sui blog milioni di persone si sono collegate a internet per lasciare un commento, un ricordo, un video.
Twitter ha avuto picchi di 5000 messaggi al minuto da parte di fan ma anche il cordoglio di personaggi dello spettacolo – dai Coldplay a Lenny Kravitz – con pesanti rallentamenti del traffico web. Sempre sul microblogging e’ rimbalzato lo scoop che ad uccidere Jackson sarebbe stata una dose eccessiva di farmaci, notizia poi riportata dai media americani e da Tmz.com.
La privacy violata due volte
Una softwarehouse americana accusa Pechino di furto. Ma i programmi che produce per spiare l’attività dei figli al computer sono considerati dai bloggers “extremist and fascist behavior”
L’azienda informatica Solid Oak Software di Santa Barbara, in California, ha accusato il governo
cinese di aver rubato alcuni codici di un proprio software. Pechino avrebbe utilizzato i codici per costruire il suo programma informatico di filtraggio dei siti internet, che è obbligatorio installare su tutti i computer acquistati in Cina. La notizia è finita su molti siti, tra cui quello del Wall Street Journal.