Niente iPhone ai ministri inglesi

Vulnerabili agli hacker e alle interferenze, sono stati sconsigliati dall’agenzia per la sicurezza informatica britannica sia ai ministri che al loro staff. Così racconta la vicenda il quotidiano ‘Daily Telegraph’.

Gli esperti di sicurezza di Whitehall hanno sconsigliato l’utilizzo dello smartphone touch-screen della Apple per questioni di sicurezza: meglio usare il Blackberry o altri telefoni considerati meno vulnerabili.

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Bloggers all’attacco delle vuvuzelas

Le trombette dei Mondiali, diventate la colonna sonora di Sudafrica 2010, prese di mira da centinaia di siti e blog. Ma il patron della Fifa, Joseph Blatter, ‘cinguetta’ su Twitter: “Nessun divieto”. Milioni di vuvuzelas in vendita su internet sbarcano in Europa

 

Nessun bavaglio, neanche una sordina. L’ultima parola sulle vuvuzelas l’ha detta il presidente della Fifa, Joseph Blatter. “Non prendo in considerazione un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro Paese. Vorreste che venissero vietate le usanze dei vostri fans? Ho sempre detto che l’Africa ha ritmi differenti e diversi suoni”, sono le parole affidate da Blatter a Twitter, confermate dagli organizzatori dei Mondiali.

Blog contro

Le trombette sono finite sotto attacco da parte di numerosi blog. “La suonassero solo quando c’è un gol – si legge su ’10 motivi per odiare la vuvuzuela’ – potremmo farla passare, ma 90 muniti filati sono tanti. Se li moltiplichiamo per tutte le 63 partite decisamente troppi. Perché amico sudafricano devi festeggiare anche i falli laterali?”.

Facebook pro

Ma c’è anche chi le publicizza: su Facebook c’è il gruppo ‘Virtual Vuvuzela Gifts’, con più di 2.600 fan, che consente di strombazzare con i colori della propria squadra del cuore. E anche di condividere i rumorosi saluti con gli amici.

Ci sono anche applicazioni da scaricare: siamo alla vuvuzela per iPhone. Molte sono gratuite.  Tocca rassegnarsi a convivere per un mese (oppure siamo solo all’inizio?) con il loro frastuono.

Corni tribali

Dirette discendenti dai corni di kudus, parenti delle antilopi, un tempo usati per riunire gli abitanti dei villaggi, sono un simbolo del Paese e della sua cultura. E potrebbero presto invadere gli stadi europei. A sottolinearlo sono state alcune emittenti radiofoniche di Johannesburg, secondo cui “almeno un milione di vuvuzelas sono state vendute, anche via internet, nel Regno Unito”.

Motore d’aereo

Il livello di intensità del suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, solo 3 decibel in meno del motore di un aereo, il cui livello è 130. “Un suono del genere è un elemento di disturbo abbastanza forte in campo – valuta Ludovica Malaguti, dell’Istituto Superiore di Sanità – sicuramente nei 90 minuti è un’esposizione acuta, che non dà problemi permanenti, ma che è assolutamente in grado di deconcentrare i calciatori, che all’uscita dal campo potrebbero sentirsi un po’ ‘rintronati'”.

Apocalittica invece è la foniatra Mireille Tardy, sentita dalla France Presse, secondo cui un rumore di 126 decibel “è pari a quello che fa un gruppo di tifosi che urlano di gioia. Per l’orecchio è una catastrofe. La conseguenza è la distruzione di una parte delle cellule sensoriali: l’orecchio interno ne possiede solo 15.000, che non si rinnovano”.

Una dannazione che ha provocato l’impennata delle vendite di cuffie antirumore e di tappi per le orecchie.

(c.g.)

Foxconn accusa: suicidi per avere indennizzi

Continua la politica del bastone e carota alla Foxconn, produttrice di componentistica elettronica per Apple, Sony e Dell. Per fermare l’ondata di suicidi tra i dipendenti, prima chiede un impegno scritto a non uccidersi, poi aumenta gli stipendi. E ora decide di non pagare più indennizzi alle famiglie dei suicidi.

La Foxconn, multinazionale di Taiwan con fabbriche in Cina, alle prese con un’ondata di suicidi dei dipendenti, ha deciso che  non pagherà più indennizzi alla famiglie di chi si è tolto la vita, per scoraggiare nuovi suicidi.

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Suicidi alla Foxconn, Apple & co indagano

Giovanissimi dipendenti che si lanciano nel vuoto dal tetto della fabbrica cinese: sono 11 solo nel 2010. Una delle più grandi aziende di componentistica, fornitrice di Apple e Sony Ericsson, accusata di maltrattamenti dei dipendenti, ora pretende da loro un impegno formale a non uccidersi. E il proprietario avverte i giornalisti: non pubblicate notizie senza verifica. Intanto, le aziende committenti vogliono vederci chiaro.

Dopo l’ondata di suicidi tra i suoi dipendenti nella Cina meridionale, i vertici della Foxconn, produttrice dei componenti di quasi tutto l’iPhone, hanno chiesto agli impiegati un impegno, formale e per iscritto, a non togliersi la vita.

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Misteriosi suicidi nelle fabbriche dell’iPad

Nove dipendenti della cinese Foxconn si sono uccisi buttandosi dal tetto della fabbrica. Altri due hanno cercato di togliersi la vita. Tutti giovanissimi.

Nan Gang, impiegato di 21 anni, alle 4,35 si è lanciato dal tetto del palazzo dormitorio nel compound della Foxconn Technologies, a Shenzhen. E’ il caso più recente di suicidio tra dipendenti dell’azienda taiwanese che produce componenti per Apple e Sony Ericsson. Nan Gang guadagnava tra i 100 e i 200 euro al mese.

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