La notizia della morte di Osama si è diffusa velocemente tramite piattaforme che dieci anni fa non esistevano. Con un ruolo di rilievo affidato a social network e microblogging. Ma tutti poi hanno cercato approfondimenti nei siti tradizionali.
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Missione radioattiva per Quince
E’ totalmente made in Japan il cingolato capace di operare in condizioni estreme. Il robot è pronto a entrare in azione nella centrale nucleare di Fukushima
Wi-fi per tutti sul Frecciarossa
Navigare in treno con lo smartphone o l’internet key, collegati su rete 3G oppure al sistema wi-fi. Da Torino a Napoli sul Frecciarossa e dal 2011 anche sul Frecciargento. Il servizio, offerto da Fs e Telecom, è aperto a tutti gli operatori. Per ora gratis, da gennaio “si vedrà”.
Bloggers all’attacco delle vuvuzelas
Le trombette dei Mondiali, diventate la colonna sonora di Sudafrica 2010, prese di mira da centinaia di siti e blog. Ma il patron della Fifa, Joseph Blatter, ‘cinguetta’ su Twitter: “Nessun divieto”. Milioni di vuvuzelas in vendita su internet sbarcano in Europa
Nessun bavaglio, neanche una sordina. L’ultima parola sulle vuvuzelas l’ha detta il presidente della Fifa, Joseph Blatter. “Non prendo in considerazione un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro Paese. Vorreste che venissero vietate le usanze dei vostri fans? Ho sempre detto che l’Africa ha ritmi differenti e diversi suoni”, sono le parole affidate da Blatter a Twitter, confermate dagli organizzatori dei Mondiali.
Blog contro
Le trombette sono finite sotto attacco da parte di numerosi blog. “La suonassero solo quando c’è un gol – si legge su ’10 motivi per odiare la vuvuzuela’ – potremmo farla passare, ma 90 muniti filati sono tanti. Se li moltiplichiamo per tutte le 63 partite decisamente troppi. Perché amico sudafricano devi festeggiare anche i falli laterali?”.
Facebook pro
Ma c’è anche chi le publicizza: su Facebook c’è il gruppo ‘Virtual Vuvuzela Gifts’, con più di 2.600 fan, che consente di strombazzare con i colori della propria squadra del cuore. E anche di condividere i rumorosi saluti con gli amici.
Ci sono anche applicazioni da scaricare: siamo alla vuvuzela per iPhone. Molte sono gratuite. Tocca rassegnarsi a convivere per un mese (oppure siamo solo all’inizio?) con il loro frastuono.
Corni tribali
Dirette discendenti dai corni di kudus, parenti delle antilopi, un tempo usati per riunire gli abitanti dei villaggi, sono un simbolo del Paese e della sua cultura. E potrebbero presto invadere gli stadi europei. A sottolinearlo sono state alcune emittenti radiofoniche di Johannesburg, secondo cui “almeno un milione di vuvuzelas sono state vendute, anche via internet, nel Regno Unito”.
Motore d’aereo
Il livello di intensità del suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, solo 3 decibel in meno del motore di un aereo, il cui livello è 130. “Un suono del genere è un elemento di disturbo abbastanza forte in campo – valuta Ludovica Malaguti, dell’Istituto Superiore di Sanità – sicuramente nei 90 minuti è un’esposizione acuta, che non dà problemi permanenti, ma che è assolutamente in grado di deconcentrare i calciatori, che all’uscita dal campo potrebbero sentirsi un po’ ‘rintronati'”.
Apocalittica invece è la foniatra Mireille Tardy, sentita dalla France Presse, secondo cui un rumore di 126 decibel “è pari a quello che fa un gruppo di tifosi che urlano di gioia. Per l’orecchio è una catastrofe. La conseguenza è la distruzione di una parte delle cellule sensoriali: l’orecchio interno ne possiede solo 15.000, che non si rinnovano”.
Una dannazione che ha provocato l’impennata delle vendite di cuffie antirumore e di tappi per le orecchie.
(c.g.)
RadioRai sbarca sull’iPhone
Una App gratuita consente di ascoltare in streaming tutti i canali radiofonici della Rai. Ma anche di interagire con i programmi e acquistare brani.
“La cosa più bella che c’è in questa nuova applicazione è la possibilità di attingere a una radio virtuale viaggiando nel tempo con i nostri programmi. Si possono ascoltare tutti, dal 1924 ad oggi”. Così Carlo Nardello, amministratore delegato di RaiTrade, spiega la nascita di “Tutta la radio in tasca”, applicazione gratuita da oggi scaricabile da App Store.