Facebook al tramonto?

Il 31 maggio cancellate gli account su Fb, tutti insieme, è l’invito del sito “We’re Quitting Facebook Today”. MySpace non perde tempo e annuncia nuove, semplici regole per la privacy. E un tris di ingegneri crea un algoritmo che individua i nostri post, liberi nel web.

Facebook non rispetta la tua privacy, ed è estremamente complicato gestire i tuoi dati personali sul social network. Non sappiamo quale uso potrà essere fatto nel futuro di questi dati. E soprattutto non sappiamo cosa ne sarà di Facebook nel futuro, a chi potrà essere venduto, cosa ne sarà del web.

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Il web va dove lo portano i bimbi

Per Nicholas Negroponte, internet dovrebbe essere gratis per tutti, ogni bambino dovrebbe avere il suo portatile. E, sui pericoli della Rete: “Il lato oscuro di internet è non averlo”

 

“Dare un laptop ad ogni bambino afghano costerebbe 1 miliardo di dollari. Vale a dire quanto tre giorni di guerra in Afghanistan”.

Per Nicholas Negroponte, a Roma per la conferenza “Dove ci porta il web?” nell’ambito del Festival delle Scienze, il futuro della Rete sono proprio i bambini, per i quali promuove da quasi vent’anni l’iniziativa no-profit   “One laptop per child”.  Grazie a questo programma sono stati consegnati milioni di portatili nei Paesi più lontani, dall’Afghanistan all’Uruguai, alla Corea, alla Nigeria.

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La parola del decennio è Google

Per l’associazione linguistica degli Stati Uniti, ‘Google’ è la parola del decennio mentre ‘Twitter’ e’ quella del 2009. 

 

Lo hanno stabilito i linguisti dell’American Dialect Society (ADS), creata 121 anni fa per studiare l’evoluzione della lingua inglese in America.  I concorrenti di Google erano “9/11”, “verde”, “blog” e “guerra al terrore”.

Le ‘parole dell’anno’ – sulla falsariga della persona dell’anno di Time – rispecchiano i maggiori eventi del periodo preso in esame.  nel 1991 vinse “madre di tutte…”, richiamando  l’espressione “madre di tutte le battaglie” coniata da Saddam Hussein nella I Guerra del Golfo.

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La vita a impatto zero

Huffington Post, uno dei blog più seguiti d’America, ha lanciato la sfida: vivere per una settimana rinunciando alle comodità per diminuire l’impatto ambientale.

L’idea è nata dall’esperienza del blogger americano Colin Beavan che, dal 2007, con moglie, figlia e cane ha deciso di ridurre al minimo i suoi consumi per un anno a New York, limitando l’uso di corrente elettrica, ascensori, aria condizionata e anche carta igienica. I risultati sono stati riportati nel libro “No Impact Man”, che a breve sarà un film.

A grandi numeri, l’impatto ambientale di una famiglia di quattro persone che vive in una grande città è così composto: 6kg di rifiuti prodotti, che diventano oltre 2 tonnellate in un anno, 550 litri d’acqua e dai 10 ai 15kW/h di energia. I single consumano oltre il 60% in più rispetto a un componente di una famiglia media.

L’HuffPost ha deciso quindi di far partire, dallo scorso 18 ottobre, una settimana “no impact” invitando i lettori a provarci. Dopo aver risposto ad alcune domande sul proprio stile di vita, si scarica un manuale dal sito internet – da non stampare.

La sfida è giornaliera, fatta di 5 tappe e correlata a “Change Yourself”, una pagina di idee e risorse a sostegno dell’impresa, da condividere alla fine di ogni giornata sul blog con gli altri partecipanti. Al termine della settimana si diventa un “ambasciatore dell’impatto zero”.

 

Cinque tappe in sette giorni
“Consumi, rifiuti, trasporti e piano d’azione, cibo, energia, acqua, restituzione, eco-sabbath” sono i capitoli elencati nella guida, con l’obiettivo di raggiungerli in cinque tappe. 

Prima tappa – limitare i propri acquisti per evitare di produrre spazzatura e inquinamento. La prima cosa da fare è quindi quella di compilare una lista delle cose da comprare per la settimana limitandole all’essenziale, rimandando alcune spese, prendendo in prestito, procurandosi prodotti di seconda mano o producendoli da soli.

Seconda tappa – alla scoperta di come la vita può migliorare sprecando di meno: conservare tutti i rifiuti, portandosi dietro un sacchetto per tutto il giorno per capire cosa consumiamo e buttiamo via in maggiore quantità e imparare invece a ridurre, riusare e riciclare.

Terza tappa – tra le regole, rendere gli spostamenti più sostenibili, “bruciando calorie e non combustibili fossili”; ridurre a 100km la distanza massima della provenienza degli alimenti.

Quarta tappa – il divieto di utilizzare gli elettrodomestici ma “sostituire i chilowatt con l’ingegno”.

Quinta tappa – bisognerà aver eliminato ogni tipo di consumo, persino la carta igenica. Malgrado le scelte radicali, l’esperimento del blog americano vuole indurre un cambiamento lento e graduale che incida in maniera positiva sull’ambiente, sulle spese e sulla qualità della vita.

(c.g.)

Pubblicità online, il colore dei soldi

Grande successo per l’advertising online e video in Gran Bretagna, regge il mercato pubblicitario sul web negli Stati Uniti.

La domanda  di pubblicità online tra le aziende britanniche è quadruplicata rispetto al 2008 e sempre più piattaforme manifestano interesse per questa forma di business. Negli Usa l’advertising sul web è in leggero calo, ma neanche lontanamente paragonabile a quello del comparto tradizionale. E tira molto bene la pubblicità sui social network.

Sono state 20 le campagne video richieste ad ottobre da famose firme mediatiche in Gran Bretagna, cifra di tutto rispetto se paragonata a quella dello stesso mese del 2008, quando gli ordini furono solo cinque.

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