Lezioni di hacker in Vaticano

Internet può essere uno strumento utile alla comunicazione della Chiesa. La commissione episcopale per i media (Ceem) si sè confrontata sul tema in Vaticano, in un incontro dal titolo “La cultura di internet e la comunicazione della Chiesa”.

Per il il vice presidente della Ceem, il cardinale Josip Bozani “la Chiesa ha bisogno di internet perché ha una ‘buona novella’ da comunicare” e la Rete consente di raggiungere molte persone.

All’assemblea hanno preso parte l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, una ventina di vescovi presidenti delle commissioni episcopali, esperti, addetti stampa e rappresentanti di Facebook, YouTube, Identi.ca e Wikipedia.

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Sgancia una bomba nucleare virtuale

Si può scegliere come bersaglio la suocera o il datore di lavoro. Un programma mostra su Google Maps gli effetti dell’esplosione atomica. E’ solo un gioco…

Per prima cosa, bisogna digitare l’indirizzo del professore, della fidanzata, del collega o anche il proprio, perché no. Poi va scelto l’armamento. Una bomba atomica come quella lanciata su Hiroshima nel 1945 o un asteroide? Il ventaglio di proposte offerto dal sito ‘Ground Zero’ dà la possibilità di una distruzione “mirata”.

L’applicativo è stato sviluppato dall’australiana  CarlosLabs ed è integrato con Google Maps. La scelta dell’ordigno va dalla classica ‘Little Boy’ da 15 ktons, alla ‘B-61’ montata sui caccia francesi, all’asteroide che si crede abbia provocato la fine dei dinosauri sulla Terra. Quest’ultimo però, cancellerebbe ogni traccia di vita sull’Europa.

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Seconda ora: Twitter e Wikipedia

Addio ripassi sulle date della Seconda Guerra mondiale; basta test sugli splendori dell’età vittoriana. E’ il Guardian a rivelare l’irruzione del web 2.0 nei programmi della scuola elementare britannica: “Gli studenti studieranno Twitter e blog secondo la riforma della scuola”, titola il quotidiano, che non ha dubbi: è la riforma più radicale della scuola elementare dell’ultimo decennio.
Gli insegnanti avranno maggior libertà nella scelta degli argomenti su cui fare lezione in classe: e potranno esserci ore dedicate a Twitter e Wikipedia, piuttosto che alla familiarizzazione con i blog. 

A saltare, insomma, è uno dei cardini dell’organizzazione scolastica britannica: la maggior libertà nello studio, l’apertura ai nuovi media, non arrivano con le medie, ma vengono introdotte già nelle elementari, negli anni finora deputati all’apprendimento delle nozioni basilari di lingua, grammatica, matematica, storia, geografia. E’la certificazione più eclatante del peso determinante, nella formazione del nuovo cittadino, dei new media: i web-based skills , le conoscenze apprese in rete, cambiano già da ora il modo e i contenuti dell’insegnamento.
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