La Cina spegne YouTube

La Cina non ha paura di internet, assicura il ministero degli Esteri di Pechino. Ma resta il fatto che Youtube è di nuovo inaccessibile ai visitatori cinesi dalla tarda serata di lunedì. La pagina iniziale del popolare sito di videosharing non si apre, oppure invia un messaggio di errore, tanto a Pechino, che a Shanghai o in altre città del Paese. 
 
Come in altre occasioni, il governo cinese non ha spiegato le ragioni del blocco, che arriva dopo che la marina statunitense ha ‘postato’ sul sito di video-sharing i filmati sull’incidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. 
Ma non si può escludere che YouTube sia ‘spento’ in Cina per evitare che escano in rete immagini su scontri in Tibet o nelle province di confine. 
Sollecitato sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito che la Costituzione afferma “chiaramente la liberta’ d’espressione”, ma stabilisce alcuni limiti “attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito”. 
 
“Molte persone -ha poi aggiunto- hanno la falsa impressione che il governo cinese tema Internet”, ma la cifra degli internauti cinesi (300 milioni, la comunita’ di utenti più grande del mondo) dimostra “che è esattamente l’opposto”. 
 
Sarà. Ma guarda caso il web in Cina viene oscurato in presenza di concomitanze sospette. Per restare a YouTube, ad inizio mese, in prossimità dell’anniversario della protesta tibetana contro la repressione del 1959, nuovo oscuramento. E improvvisi guai nelle connessioni alla rete si sono avuti a gennaio, quando centinaia di siti cinesi considerati filo tibetani sono stati censurati.

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