I fatti nostri in pasto a chiunque: un manuale del Garante per la privacy insegna la riservatezza su siti e blog. Prima regola, pensare prima di pubblicare
“Come tutelare la propria privacy ai tempi di Facebook, MySpace & Co.? Come difendere la propria reputazione, l’ambiente di lavoro, gli amici, la famiglia, da spiacevoli inconvenienti che potrebbero essere causati da un utilizzo incauto o improprio degli strumenti offerti dalle reti sociali?”
La domanda è pertinente e parte da chi è chiamato a difenderci da intrusioni e visibilità indesiderata, il Garante per la protezione dei dati personali. Ma se ad attentare alla nostra privacy siamo noi stessi?
La questione riguarda migliaia di adolescenti (e non) che usano i social network per parlare – e rendere per sempre accessibili – i propri fatti privati. Ignorando che tutto ciò che finisce in Rete può in qualche modo essere “pescato”, anche se lo cancelliamo.
“Social network. Attenzione agli effetti collaterali” è il nome del vademecum del Garante, che si può scaricare direttamente dal sito in formato pdf. Esiste una versione cartacea, che va richiesta all’Ufficio relazioni con il pubblico, a Montecitorio, anche via email.
La guida è organizzata in quattro capitoli:
– Avviso ai naviganti: il funzionamento dei social network e alcuni dei principali rischi che si possono incontrare nel loro uso.
– Ti sei mai chiesto?: La check list che ogni utente dovrebbe controllare prima di pubblicare su Internet i propri dati personali, le informazioni sulla propria vita e o su quella delle persone a lui vicine.
– Consigli per un uso consapevole dei social network: il “decalogo” per tenere sotto controllo i pericoli che si possono incontrare nell’uso dei social network.
– Il gergo della rete: La spiegazione, rigorosamente non tecnica, dei termini informatici o delle espressioni gergali che si incontrano con maggiore frequenza nelle “reti sociali”.
Uno stumento pensato per i ragazzi, utile anche per gli utenti esperti ma indicato agli avversi a internet, come molti educatori e genitori. A tutti serve saggezza, ricorda il Garante.
C. Guimaraes