Search: Nobel>>not found

La ricerca in un sito cinese delle parole “Nobel” o “Liu Xiaobo” è impossibile. Ogni tentativo provoca un blocco del collegamento per diversi minuti.  La diretta della Bbc sulla decisione del comitato a Oslo, che ha assegnato il premio Nobel per la pace al dissidente imprigionato dal 2008, è stata bruscamente interrotta in Cina. E pensare che Liu Xiaobo non amava internet. 

Alfred Nobel disse: “Intendo lasciare dopo la mia morte una grossa somma per la promozione dell’idea della pace, ma sono scettico sui suoi risultati”.

Blogger e internauti cinesi cercano invano di informarsi sull’assegnazione del Nobel per la pace a Liu Xiaobo aggirando la censura, inserendo nei motori di ricerca perifrasi come “la parola proibita” al posto del nome del dissidente. Pochi commenti comparsi per pochi minuti su alcuni blog erano favorevoli a Liu Xiaobo, mentre hanno taciuto i normalmente molto loquaci internauti nazionalisti.

Solo il Quotidiano del Popolo e il Global Times, nelle loro edizioni in inglese, si sono occupati del tema. Il giornale del Partito Comunista cinese si è limitato a riportare il comunicato diffuso dal ministero degli esteri, nel quale la vittoria di Liu viene definita “un’oscenità”, mentre il Global Times ha pubblicato un lungo e critico editoriale, dove afferma che “una volta ancora, il comitato per il Nobel ha dimostrato la sua arroganza contro un Paese che ha fatto negli ultimi tre decenni progressi rimarcabili in campo economico e sociale”.

Diffidenza verso internet

Sembra incredibile, ma internet per Liu Xiaobo era in origine un oggetto misterioso che  guardava con sospetto, salvo poi redimerlo con la definizione di ‘dono di Dio al popolo cinese’ e con una mole di articoli,
centinaia, che postava sul web e diffondeva scavalcando l’esilio in patria.

“Carta ’08”

Cinquantacinque anni, Xiaobo è uno dei più noti dissidenti cinesi e sta attualmente scontando una condanna a 11 anni di carcere per tentativo di “sovversione dei poteri dello Stato”. E’ uno dei firmatari di “Carta ’08”, documento che chiede al governo cinese democrazia e rispetto dei diritti umani.

“Carta ’08” si richiama a “Carta ‘77”, il documento firmato da intellettuali e attivisti cechi e slovacchi del 1977, che premeva sul governo est-europeo per il rispetto dei diritti umani.  Nata per celebrare i 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, “Carta ’08” è stata sottoscritta da 303 cinesi, intellettuali, imprenditori, contadini, semplici cittadini. Il testo integrale (dal sito Asianews) è disponibile qui.

Risonanza internazionale

Secondo Mo Shaping, avvocato di Pechino che in passato ha difeso numerosi dissidenti ed è considerato un profondo conoscitore del sistema giudiziario cinese, “Il premio Nobel ha una grande risonanza nella comunità internazionale e la Cina è un Paese economicamente ricco, ma che non può fare a meno di
interagire col resto del mondo. Voci autorevoli, come quella del presidente americano Barack Obama, del segretario di Stato Hillary Clinton, di governi della Francia e della Germania, hanno chiesto la liberazione di Liu, che potrebbe essere concessa, per fare un esempio, per motivi di salute”.

Alfred Nobel disse anche: “Se avrò mille idee e solo uno risultasse essere buona, sarò soddisfatto”.

(celia guimaraes)

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