Un altro guasto, conseguenza “imprevedibile” dell’incendio che ad aprile aveva causato un blackout del host.
Un’interruzione dell’alimentazione dovuta ad un guasto all’impianto elettrico, conseguenza “imprevedibile” dell’incendio del 29 aprile scorso alla webfarm di Arezzo: così Aruba ha spiegato il nuovo blackout, con un comunicato ufficiale postato sul sito e sulla pagina Twitter alle 22.05 di sera, molte ore dopo che il sito è andato giù.
Numerose le proteste sul web – tanto che su Twitter la parola Aruba è salita tra i trend topics in Italia – che si lamentavano soprattutto sul lungo silenzio dell’azienda. Nel suo messaggio, Aruba infatti spiegava che il guasto è iniziato “intorno alle ore 12.00 presso la Webfarm 1 di Arezzo.
L’alimentazione è stata ristabilita nei 30 minuti successivi all’evento, mentre il ripristino di alcuni servizi ha richiesto un tempo maggiore ed è stato completato nel corso del pomeriggio”.
Aruba dichiara di ospitare 1,5 milioni di domini mantenuti, e oltre 10.000 server gestiti su 3.000 mq di datacenter. Per questo l’incidente, il secondo in meno di tre mesi, ha avuto un impatto molto forte sul web.
E sul piede di guerra sono anche le associazioni dei consumatori. L’Adoc ha “attivato il suo pool di legali per valutare la situazione, non escludendo un’eventuale class action”, mentre il Codacons ha avviato “le procedure per chiedere all’azienda il risarcimento in favore di tutti i clienti danneggiati”.
(celia guimaraes)