Per la seconda volta un avvocato sud coreano porta Cupertino in tribunale contestando violazioni della privacy degli utenti dell’iPhone. La prima class action l’ha vinta, Apple ha dovuto sborsare circa 650 mila euro a querelante. Una ritorsione indiretta di Samsung?
Un gruppo di oltre 27mila sudcoreani ha denunciato Apple per violazione della privacy. La class action nasce per la caratteristica degli iPhone di conservare in memoria la posizione degli utenti. L’avvocato Kim Hyeong-seok, che rappresenta i querelanti, ha detto che 27.612 persone chiedono, ciascuna, un milione di won in danni, circa 650mila euro a testa.
Non è la prima denuncia contro Apple in Corea del Sud. A inizio anno lo stesso legale aveva presentato una causa simile, poi vinta. La società di Steve Jobs anche allora ha dovuto versare risarcimenti per un milione di won.
Apple era stata bersagliata dalle critiche all’inizio anno quando si è scoperto che gli iPhone potevano conservare in memoria per un anno la posizione del dispositivo rilevate dalle celle di rete e punti di connessione Wi-Fi. Questi dati, teoricamente, avrebbero potuto essere utilizzati per creare una mappa dei movimenti del telefono e, di conseguenza, del proprietario. La durata dei dati in memoria fu successivamente corretta e ridotta a una settimana.
La class action potrebbe anche essere vista come l’inasprimento dello scontro tra Apple e la sudcoreana Samsung: le due aziende si rinfacciano da aprile, a colpi di carte bollate, vicendevoli accuse di copiare e violare i rispettivi brevetti.
(celia guimaraes)