Dopo 15 anni di edizioni gratuite, il quotidiano ricorre agli abbonamenti per la consultazione della versione su internet
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Social network e intercettazioni
Criminali che usano internet, giornalisti e magistrati indietro di cent’anni. La protesta contro la “legge bavaglio” domina il web.
Su Facebook sono due le pagine principali. “Senza bavaglio”, con circa 16 mila adesioni e “Disobbedienza civile alla legge bavaglio (arrestateci tutti)”, con circa 11 mila.
Poi ci sono diversi altri gruppi, rintracciabili sotto la chiave “bavaglio”. Il più numeroso, con oltre 13 mila iscritti, recita “Annozero non si tocca!”
Al Gore e Libération a braccetto con Murdoch
La via maestra pare sia stata ormai tracciata. Da Rupert Murdoch. News a pagamento, un’idea che piace sempre di più.
A partire dal primo giugno, chi vorrà leggere online ‘Times’ e ‘Sunday Times’ dovrà pagare o sottoscrivere un abbonamento. Il proprietario di NewsCorp aveva preannunciato nell’agosto 2009 la decisione che – dicono gli esperti – sarà seguita con grande attenzione da tutto il mondo dell’editoria.
C’è chi ha già introdotto il pagamento delle news per gli smartphone, come il Corriere della Sera. Altre adesioni all’idea secondo cui ‘notizia che vale, costa’ continuano ad arrivare. Le ultime in ordine di tempo sono di Al Gore, creatore di ‘Current tv’ e del giornale cult della sinistra francese, ‘Libération’.
Il Pulitzer non va bene per l’iPhone
Dopo aver vinto la scorsa settimana il premio per la satira, Mark Fiore è stato contattato da Apple per una sua application per l’iPhone, rifiutata da Cupertino a dicembre.
Fiore, bravissimo fumettista americano, ha vinto il prestigioso premio Pulitzer di giornalismo per una vignetta pubblicata sul sito online del San Francisco Chronicle. Finora la Apple lo aveva messo alla porta giudicando il suo lavoro troppo trasgressivo: le sue tematiche erano sembrate troppo scomode perché la satira del vignettista, si sosteneva, “ridicolizza personalità della vita politca”.