Una piccola applicazione fa tremare l’industria discografica internazionale. Mulve non è un peer-to-peer come Napster, non richiede l’installazione di un programma, ha un catalogo di oltre 10 milioni di brani, la velocità di scaricamento è sorprendente. La Riaa (la Siae americana) ha già messo in campo gli avvocati.
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Ti ricordi di Napster?
Nato come P2P gratuito, il programma, popolarissimo alla fine degli anni ’90, risorge dalle ceneri come applicativo a pagamento. Grazie alla lezione di Steve Jobs.
Caccia ai pirati britannici
Dopo la legge Hadopi in Francia, anche la Gran Bretagna ha approvato il suo progetto di legge antipirateria, il Digital Economy Bill. Mentre la Spagna va nella direzione opposta
La legge, che ha avuto l’appoggio anche del partito conservatore, prevede che siano gli internet service provider ad intimare agli utenti del peer to peer di interrompere la loro attività, mentre sarà l’Ofcom (l’authority delle comunicazioni) a decidere se sospendere le connessioni.
La normativa impone il blocco dell’accesso a siti web che contengono contenuti illeciti e che forniscono link a contenuti illeciti.
Il P2P è legale. In Spagna
Per un giudice di Barcellona, i link ai contenuti di per sé non violano il diritto d’autore. La causa era stata intentata dalla Siae spagnola
Con una sentenza giudicata storica dalla stampa spagnola, un tribunale di Barcellona ha assolto il primo sito ‘peer to peer’ ad essere stato portato in tribunale, con l’accusa di reato contro i diritti d’autore.
Il sito incriminato, “El RincondeJesus”, mette con grande evidenza la parola “innocente!” in home page e il suo titolare, Jesus Guerra, dichiara che la sua è “una pagina pulita” dopo ben 10 mesi di vertenza legale.