Task force italo-americana contro il cybercrime

Polizia e Servizi segreti Usa sono i protagonisti dell’European Electronic Crime Task Force. Il software è targato Poste italiane, sempre più orientata al settore della sicurezza in Rete. La sede è a Roma

“La cybersecurity è oggi una priorità sociale ed economica, ed è al centro di tutte le agende governative. Con questo accordo strategico con il Secret Service americano e la Polizia di Stato mettiamo a fattor comune i risultati della nostra capacità di creare innovazione, soprattutto nella comunicazione elettronica. Abbiamo dato così impulso alla creazione di una istituzione mondiale di eccellenza al servizio di tutti”. Lo ha detto Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste italiane.

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E Jacko blocca il web

La morte improvvisa di Michael Jackson ha relegato di colpo al quinto posto le notizie sulla crisi iraniana su Twitter e quasi paralizzato il web: da quando la notizia ha incominciato a circolare, sui social network e sui blog milioni di persone si sono collegate a internet per lasciare un commento, un ricordo, un video.

 Twitter ha avuto picchi di 5000 messaggi al minuto da parte di fan ma anche il cordoglio di personaggi dello spettacolo – dai Coldplay a Lenny Kravitz – con pesanti rallentamenti del traffico web. Sempre sul microblogging e’ rimbalzato lo scoop che ad uccidere Jackson sarebbe stata una dose eccessiva di farmaci, notizia poi riportata dai media americani e da Tmz.com.

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La privacy violata due volte

Una softwarehouse americana accusa Pechino di furto. Ma i programmi che produce per spiare l’attività dei figli al computer sono considerati dai bloggers “extremist and fascist behavior”

L’azienda informatica Solid Oak Software di Santa Barbara, in California, ha accusato il governo
cinese di aver rubato alcuni codici di un proprio software. Pechino avrebbe utilizzato i codici per costruire il suo programma informatico di filtraggio dei siti internet, che è obbligatorio installare su tutti i computer acquistati in Cina. La notizia è finita su molti siti, tra cui quello del Wall Street Journal.

 

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Social network & effetti collaterali

I fatti nostri in pasto a chiunque: un manuale del Garante per la privacy insegna la riservatezza su siti e blog. Prima regola, pensare prima di pubblicare

“Come tutelare la propria privacy ai tempi di Facebook, MySpace & Co.? Come difendere la propria reputazione, l’ambiente di lavoro, gli amici, la famiglia, da spiacevoli inconvenienti che potrebbero essere causati da un utilizzo incauto o improprio degli strumenti offerti dalle reti sociali?”

La domanda è pertinente e parte da chi è chiamato a difenderci da intrusioni e visibilità indesiderata, il Garante per la protezione dei dati personali. Ma se ad attentare alla nostra privacy siamo noi stessi?

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