BlackBerry in caduta libera

Apple e Google, con iPhone e Android, erodono in un anno il 15% delle quote di mercato dello smartphone Rim. Colpa delle applicazioni, sempre più sofisticate nei concorrenti del BlackBerry. Che starebbe per adottare un nuovo sistema operativo, sostiene il Nyt.

Non serve la palla di vetro per capire che il futuro di Rim (Research in Motion), la società canadese che produce i BlackBerry, non sarà roseo, sostiene il New York Times.

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Facebook al tramonto?

Il 31 maggio cancellate gli account su Fb, tutti insieme, è l’invito del sito “We’re Quitting Facebook Today”. MySpace non perde tempo e annuncia nuove, semplici regole per la privacy. E un tris di ingegneri crea un algoritmo che individua i nostri post, liberi nel web.

Facebook non rispetta la tua privacy, ed è estremamente complicato gestire i tuoi dati personali sul social network. Non sappiamo quale uso potrà essere fatto nel futuro di questi dati. E soprattutto non sappiamo cosa ne sarà di Facebook nel futuro, a chi potrà essere venduto, cosa ne sarà del web.

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Al Gore e Libération a braccetto con Murdoch

La via maestra pare sia stata ormai tracciata. Da Rupert Murdoch. News a pagamento, un’idea che piace sempre di più. 

A partire dal primo giugno, chi vorrà leggere online ‘Times’ e ‘Sunday Times’ dovrà pagare o sottoscrivere un abbonamento. Il proprietario di NewsCorp aveva preannunciato nell’agosto 2009 la decisione che – dicono gli esperti – sarà seguita con grande attenzione da tutto il mondo dell’editoria.

C’è chi ha già introdotto il pagamento delle news per gli smartphone, come il Corriere della Sera. Altre adesioni all’idea secondo cui ‘notizia che vale, costa’ continuano ad arrivare. Le ultime in ordine di tempo sono di Al Gore, creatore di ‘Current tv’ e del giornale cult della sinistra francese, ‘Libération’.

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Hacker cinesi violano computer in 103 paesi: sotto controllo anche il Dalai Lama

La ricerca compiuta da esperti canadesi svela l’attacco di hackeraggio su più vasta scala finora mai realizzato.

Una vasta rete di spionaggio elettronico si è infiltrata nei computer in un centinaio di Paesi rubando documenti governativi e rovistando negli archivi di uffici privati in tutto il mondo. Anche le sedi del Dalai Lama in esilio sarebbero state violate, hanno concluso ricercatori canadesi.

L’operazione, battezzata GhostNet, ha individuato l’origine dell’attacco informatico in Cina ma i ricercatori hanno precisato di non poter affermare al cento per cento che il governo di Pechino sia coinvolto.
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