Piccoli negozianti crescono grazie ai Big data

Una storia di innovazione tutta italiana che ha per protagonista uno studente di informatica del Politecnico di Torino. Lavora nel settore dell’e-commerce e un giorno si mette in testa di creare una piattaforma per avvicinare i piccoli negozianti al digitale.  

 

Scloby è una startup nata nell’incubatore I3P del Politecnico di Torino che si è sviluppata grazie ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd. Il founder Francesco Medda l’ha lanciata quando aveva 27 anni e oggi, a 31, ha trasformato la sua idea in un’azienda con 6 dipendenti e 430 mila euro di fatturato nel 2017.  Le circa 500 piccole aziende (soprattutto negozi di abbigliamento e ristoratori)  che utilizzano la piattaforma Scloby – un software che trasforma lo smartphone in un punto cassa –  sono in grado di controllare in tempo reale l’andamento degli affari.

Conoscere andamento e tipologia delle vendite – in tempo reale – è fondamentale soprattutto per i piccoli negozianti.  E grazie all’utilizzo di questo software da parte di piccoli imprenditori, soprattutto dell’abbigliamento e della ristorazione, Francesco Medda ha scoperto anche di avere a disposizione un ‘tesoretto’: i dati aggregati e anonimi di oltre 600 mila clienti in tutta Italia, che gli consentono di analizzare le dinamiche del commercio al dettaglio in tempo reale.

Un test con i saldi a Milano

Abbiamo fatto un piccolo test a Milano, dove il software è utilizzato da circa 200 imprese. Dall’analisi dei primi 10 giorni emerge che le donne stanno comprano leggermente di più rispetto agli uomini (46% contro 38%), mentre i pagamenti in contante e con carte di credito praticamente si equivalgono (51% contro 49%).

L’abbigliamento fa sempre la parte del leone e il giro d’affari, dopo una partenza al rallentatore, cresce nella seconda settimana di sconti stagionali.  L’insieme di questi dati potrebbe diventare di grande utilità, per esempio per le previsioni di spesa dei negozianti.

Celia Guimaraes @viperaviola

Fintech all’assalto delle banche

Il Fintech,  matrimonio tra tecnologia e finanza, cresce da almeno dieci anni; ora  è in fase di ulteriore espansione. Con i grandi player del settore tecnologico in diretta competizione con le classiche banche

Colossi nati nella Silicon Valley come Google, Apple, Amazon, Facebook, oppure giganti del web come il cinese Alibaba sono in gara per la grande sfida del 2018. Quella che vedrà ulteriori occasioni di business grazie alle nuove regole Mifid e Psd, che ampliano l’offerta di investimenti mirati ai piccoli risparmiatori.

Servizi e prodotti digitalizzati hanno già sostituito gran parte delle tradizionali attività bancarie. E secondo la Banca d’Italia, entro 10 anni crollerà del 60% il profitti derivato dai prodotti finanziari per piccoli clienti.

In Italia siamo  ancora ai primi passi, ma lo smartphone  – soprattutto tra i millennial – è da qualche anno strumento per pagamenti via app  e trasferimento veloce di denaro. E introduce  altre innovazioni:  i prestiti personali sono  uno degli obiettivi di Facebook. Negli Stati Uniti il social network da due miliardi di utenti  ha reso possibile il trasferimento di piccole somme di denaro  tra i propri contatti al’interno di Messenger e ora intende espandere il servizio, via Irlanda, a tutta Europa. Punta ai conti risparmio per piccoli investitori, anche italiani,  la piattaforma di pagamenti online Paypal. Offre invece in alcuni Paesi (Stati Uniti, Giappone e UK) finanziamenti diretti ai propri rivenditori  fin dal 2011 il  gigante dell’e-commerce Amazon.

Ma è  Alibaba –  l’enorme marketplace online cinese – a guidare la corsa del Fintech grazie ad Alipay, il suo portafoglio per i pagamenti digitali, che ha in patria 450 milioni di utenti. Il gruppo ha stretto partnership con banche europee, in Francia, nel Regno Unito, in Svizzera e in Italia, e oltre 120 milioni di turisti cinesi, tramite l’app, possono fare spese in  quasi un milione di punti vendita del Vecchio Continente.  E secondo gli analisti è da tenere d’occhio proprio la Cina pronta a diventare il più grande bacino dei prestiti online.

Celia Guimaraes @viperaviola

A Natale è di tendenza il viaggio acquistato online

Più che regali, le vacanze: sarà un Natale con la valigia in mano. Più partenze, più prenotazioni online, meno soldi da destinare alle strenne. E per andare sul sicuro, puntare su abbigliamento e accessori

Secondo Confesercenti 16,6 milioni di italiani sono pronti a riempire i trolley per un viaggio nel periodo delle festività invernali, segmento turistico in aumento di circa 3,3 milioni in rispetto allo scorso anno.

In crescita anche il budget medio di spesa a persona per le vacanze: 715 euro (+7% sul 2016). E dopo dieci anni la stima di spesa è superiore al 2007, ultimo anno pre-crisi, quando abbiamo sborsato 694 euro a testa. Quest’anno, il giro d’affari complessivo è atteso sui 2,3 miliardi di euro in consumi turistici.

Quasi la metà delle vacanze di Natale si prenoteranno via internet: lo farà il 47% degli italiani nel 2017. Con le offerte last minute che toccano  l’8% del totale, sempre secondo Confesercenti.  La rivoluzione digitale però non riguarda solo il periodo natalizio: secondo Confcooperative, internet spinge viaggi e consumi durante tutto l’anno e, in Italia, 6 vacanze su 10 ormai si prenotano in rete.

Cordoni della borsa più tirati, invece, per quanto riguarda la spesa per i doni: quest’anno ogni italiano spenderà per i regali 307 euro, soltanto due euro in più dello scorso Natale. E visto che non sono molti soldi, come scegliere la strenna?

I regali più desiderati dagli italiani sono stati elencati nella classifica dell’Osservatorio Compass, società di credito al consumo. In testa troviamo abbigliamento, calzature e accessori, nella lista di oltre sette italiani su dieci (73%), in particolare nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni (85%). Al secondo posto i libri (38%), che superano i prodotti di telefonia e i servizi per la cura della persona, entrambi con il 32% delle preferenze. Seguono i prodotti informatici, al  27% in media,  ma tra i più desiderati dai giovani tra 18 e 24 anni ( 41%).

Celia Guimaraes @viperavioa