Le domande di registrazioni di brevetti internazionali sono in calo in tutto il mondo, ma non in Cina. E vanno benissimo soprattutto le richieste di copyright per nuovi applicativi e software. In testa le potenti Zte e Huawei, che producono il 90% delle internet keys e sono sospettate di dumping. L’America si difende grazie a Apple e Microsoft.
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Restyling per vatican.va
Nuova grafica, struttura diversa, russo e arabo aggiunte alle otto lingue in uso. Ma anche archivio video e documenti tematizzati per ogni Pontefice.
“Stiamo studiando un rinnovamento non solo grafico ma anche strutturale, spiega monsignor Lucio Adrian Ruiz, argentino, responsabile del servizio internet del Governatorato vaticano. Rinnovamento che “permetta di usufruire del contenuto, anzi della presenza virtuale del Papa, in una maniera migliore in internet”.
Fermare Wikileaks ad ogni costo
Le polemiche negli Stati Uniti su Wikileaks e il suo fondatore Julian Assange non accennano a placarsi. Marc Thiessen, in un durissimo editoriale sul Washingont Post, sostiene che il sito “va fermato“ e Assange “consegnato alla giustizia”. La pubblicazione di documenti “riservati”, infatti, sarebbe “una violazione dell’Espionage Act”, e fornirebbe “un supporto materiale al terrorismo”. Dal ‘Guardian’ e dal ‘Time’ le repliche più accese.
Amazon: e-book supera cartaceo
I libri digitali per Kindle hanno battuto i titoli equivalenti in edizione ‘hardcover’, in copertina rigida su carta. Per ogni cento volumi ‘hardcover’, la libreria online ha venduto 143 e-book. Intanto altri giganti dell’elettronica entrano nel mercato dell’editoria digitale.
Il sorpasso della carta stampata è stato agevolato dalla nuova politica dei prezzi del lettore: Amazon lo ha abbassato di recente a 189 dollari per far fronte alla concorrenza con il ben più costoso iPad.
Gibson chi?
Un sito mette online le registrazioni audio in cui l’attore premio Oscar si lancia in insulti a sfondo razzista e volgarità sessuali contro l’ex fidanzata. E Hollywood prende subito le distanze da ‘Braveheart’.
Una clip audio di due minuti in cui Mel Gibson, durante una discussione, insulta e chiama la sua ex-fidanzata una “p***” che merita di finire violentata da “n***” potrebbero essere le ultime brutte battute che il pubblico ascolta dall’attore.
Hollywood non tollera il razzismo e Mel, perdonato una prima volta nel 2006 dopo essersi scusato per una frase antisemita, questa volta rischia di chiudere davvero con il cinema americano.